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12/07/2023

leisure

L'importanza dei CCNL

I contratti collettivi nazionali di lavoro hanno ancora un senso

In una fase economica complicata, i contratto di lavoro svolgono un ruolo fondamentale.
Non sto parlando di quelli aziendali, ma dei contratti collettivi, nazionali e per categoria.
La rilevanza dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro è fondamentale in quanto definiscono lo standard salariale e normativo dei lavoratori di un determinato settore produttivo.
I CCNL stabiliscono infatti per ciascuna categoria di lavoratori, le mansioni, la retribuzione, i permessi, le ferie maturabili, le modalità di assunzione e licenziamento e le norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro.
Ma soprattutto, rappresentano uno strumento necessario per garantire condizioni uniformi e un diritto del lavoro condiviso, tutelando lavoratori e imprese, inoltre possono contenere le tensioni sociali.
I CCNL definiscono i diritti e i doveri fondamentali del rapporto di lavoro e hanno validità erga omnes, cioè nei confronti di tutti per le imprese e i lavoratori del settore di riferimento.
La loro sottoscrizione da parte delle organizzazioni sindacali e datoriali con maggiore rappresentatività all'interno di ogni settore produttivo garantisce una contrattazione allargata e la tutela dei lavoratori nel suo insieme.


In questa fase storica, è importante avere delle regole, perché stanno nascendo lavori nuovi, i lavoratori hanno aspettative diverse rispetto al passato e anche le aziende hanno esigenze del tutto nuove.
Non stiamo parlando solo di "soldi", di salari, ma di efficienza, di skills, di formazione, di capacità di guardare al futuro.
A febbraio, quasi 600 contratti nazionali erano ancora da rinnovare.
Il problema è che molti contratti non prevedono, per esempio, la possibilità di smartworking, piuttosto che la formazione continua.
Non è pensabile che queste esigenze strutturali dell'economia del Paese non abbiano minimamente riscontro nei contratti collettivi.
E come i sindacati, per citare un esempio, possono affrontare questa sfida?
Oggi un buon consulente del lavoro deve far fronte a una quantità enorme di contratti diversi e il numero tende a crescere.
Una complessità burocratica che, con l'arrivo incombente dell'intelligenza artificiale, non solo diventa un problema tecnico, ma anche un collo di bottiglia per l'innovazione delle imprese.
Nelle altre nazioni se ne sta parlando, mentre in Italia l'argomento è totalmente assente.



Si parla di salario minimo, non di rivedere i CCNL in chiave contemporanea.

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