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24/05/2023

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AI Act: l'ombra del regolatore incombe

L'Unione Europea vuole mettere sotto la lente d'ingrandimento l'intelligenza artificiale

L'innovazione non è mai amica della regolamentazione: chi innova crea un momento disruptive e cambia le regole del gioco.
Il regolatore ha due motivazioni forti: da un lato la conservazione dello status quo, gestito da lobby ed interessi economici importanti, dall'altro comprendere i possibili sviluppi futuri.
Molti osservatori hanno letto l'intervento dell'Autorità del Garante della Privacy su ChatGPT come il tentativo di mettere mano all'innovazione, mentre in realtà si trattava semplicemente di richiedere delle formalità pratiche presenti da tanti anni, anche precedenti al GDPR, ma di cui nessuno spesso se ne occupa.
Sapere quali sono i dati e come vengono utilizzati è ormai una prassi, non si capiva perché un sito di informazione deve inserire il consenso alla raccolta dei dati e chi ne fa invece un vero e proprio business non mostrava nessuna informativa.
Non era, quindi, un blocco per i dati, ma un adeguamento alle norme, sui dati immagazzinati ci sarà tempo per vedere degli sviluppi.
Infatti, chi ha assistito alla presentazione di Google e della sua applicazione dell'Intelligenza Artificiale ovunque si sarà accorto che il territorio europeo è stato, in questa fase e almeno in parte, tagliato fuori.


Niente che non sia aggirabile con una VPN straniera, ma è chiaro che le aziende Tech iniziano ad avere "paura" dell'Europa e dell'attenzione posta sui dati, o meglio, sulle informazioni.
Qualcuno diceva e si beava nel dire "i dati sono il nuovo petrolio" e poi si sorprende che i dati vengano sottoposti ad attenzioni particolari? Che stranezza!
L'innovazione non è, per sua natura, governabile a priori, se così accade significa che qualcosa non funziona.
Ma si può regolamentare a posteriori, correggere determinate storture e chiedere che vi siano delle specifiche.
Solitamente questo accade in una fase di maturità, non in fase di espansione.
L'Unione Europea si occupa di Intelligenza Artificiale da molto tempo prima che arrivasse ChatGPT e tutte le applicazioni attuali.
Il percorso è stato certamente accelerato dagli eventi, ma era chiaro.
Come il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell'UE nel 2018, l'AI Act potrebbe diventare uno standard globale, determinando fino a che punto l'IA ha un effetto positivo piuttosto che negativo sulla tua vita di tutti.


Il principio, quindi, si estende dal territorio europeo.
Ma solo l'Europa è preoccupata? In realtà si scopre che alla fine di settembre 2021, il Congresso brasiliano ha approvato un disegno di legge che crea un quadro giuridico per l'Intelligenza Artificiale, ora è in esame alla seconda camera del Paese.
Temi come il riconoscimento facciale o la registrazione dei comportamenti in tempo reale non sono banali, giusto per fare un esempio.
Ne parleremo a lungo di questo tema (leggete a questo link la proposta https://artificialintelligenceact.eu/annexes/), ma dobbiamo dircelo chiaramente: ci sono interessi fortissimi in ballo, è un cambiamento culturale e di processo molto evidente e chi tende a sottovalutarlo non ha idea di quello che potrebbe succedere.
L'innovazione è inarrestabile, quando sono arrivate le macchine a vapore c'era chi faceva battaglia contro, lo stesso è accaduto con l'energia elettrica o le auto.
E' una forma di protezione umana e naturale.
Ma il processo è irreversibile, indipendentemente dalla velocità di intervento del regolatore che, come in questo caso, si muove molto rapidamente per una serie di motivi, ma non potrà bloccare l'ingresso sul mercato.



Farà il ruolo di regolatore.

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