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24/05/2023

economia

Gli investitori si allontanano dal rischio

Giacomo Calef (NS Partners): il prossimo futuro del mercato azionario verrà anche determinato dall'abilità delle aziende nel dimostrare la solidità dei loro business

I timori di recessione stanno diminuendo la propensione al rischio nei mercati. La Federal Reserve ha annunciato un ulteriore rialzo dei tassi d'interesse, che potrebbe aumentare la possibilità di un calo del PIL. Ad ogni modo, molti analisti pensano che entro dicembre 2023 la Fed abbasserà i tassi (ma sarà cosi?), supportando il mercato azionario.
Gli investitori stanno riducendo la loro esposizione a strumenti rischiosi, per il periodo più lungo dal 2015 (vedi grafico). Con un "flight to quality", spostano il capitale da obbligazioni rischiose con rendimenti alti, a titoli di Stato e obbligazioni investment grade.
Diminuiscono gli investimenti nei settori ciclici, e aumentano quelli nei settori difensivi come la sanità e i servizi pubblici. Lo sviluppo di questo processo dipenderà in gran parte dall'inflazione.
I dati di aprile mostrano un'inflazione al 4,9%, la più bassa in due anni, che però rimane a livelli troppo elevati. I mercati si aspettano un taglio dei tassi d'interesse, ma la Federal Reserve ha annunciato che non succederà.
La moderata credibilità della Fed crea incertezza, ostacolando i mercati.

Se l'inflazione continuerà ad essere elevata, altri rialzi potrebbero causare una recessione. Un rialzo, o l'effetto dei rialzi precedenti senza un conseguente abbassamento dei tassi, potrebbe causare problemi alle banche regionali, che non si sono riprese dai crolli di marzo. Ne conseguirebbe un'ulteriore riduzione del credito, particolarmente per le aziende più piccole, che stanno già sottoperformando rispetto alle società più grandi.
Inoltre, le valutazioni delle azioni sono alte, con un rapporto prezzi-utili del 17,8 per l'S&P500 rispetto al 16,8 di media storica. Questo indica l'ottimismo degli investitori, ma potrebbe creare problemi in caso di recessione, quando i prezzi calano.
Ad ogni modo, la diminuzione del rischio non rappresenta un distanziamento dal mercato azionario. La porzione dei portafogli investita nelle azioni rimane ancora sopra il trend a lungo termine per gli investitori istituzionali. Inoltre, le trimestrali delle aziende hanno dimostrato in media utili sopra le aspettative, e il consumo rimane solido.
Il prossimo futuro del mercato azionario verrà anche determinato dall'abilità delle aziende nel dimostrare la solidità dei loro business.

Molte hanno chiesto prestiti a tassi bassi, ma variabili, durante la pandemia. Altre avevano emesso obbligazioni che non scadranno per anni, proteggendole dall'aumento dei costi del rimborso del debito. Siamo in un mercato senza precedenti, il che rende più complesso prepararsi al futuro.

Giacomo Calef, country manager di NS Partners


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