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17/05/2023

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In cerca di un'innovazione capovolta - Libro Più umana, meno artificiale

Le organizzazioni leader non solo stanno innovando più dei loro competitor, ma stanno anche virando in modo deciso verso una tecnologia a misura d'uomo

"Dal martello alla ruota fino alla televisione e all'intelligenza artificiale, ogni strumento ci costringe a ripensare il nostro mondo e noi stessi, per considerare chi siamo e che cosa è possibile fare per il futuro, nel bene o nel male".
Questa frase fa concepire il tema, quanto mai attuale e complesso, di cui tratta il recente scritto di Paul R. Daugherty e James H. Wilson, "Più umana, meno artificiale. Come la tecnologia sta trasformando il business e plasmando il nostro futuro", edito da FrancoAngeli.
Il punto di partenza sono i progressi compiuti negli ultimi anni dalla tecnologia, la quale si caratterizza sempre di più per il suo tratto umano.
Nel loro precedente lavoro Human + Machine, Daugherty e Wilson avevano mostrato come la collaborazione uomo-macchina potesse trasformare processi e profitti. Oggi, mentre nuove tecnologie abilitate dall'intelligenza artificiale - come il metaverso, i sistemi di elaborazione del linguaggio naturale o i digital twin - iniziano a toccare la vita e il lavoro, i leader dell'innovazione si stanno spingendo ancora oltre, imprimendo una svolta sempre più umana alla tecnologia.

È proprio sulle potenzialità di una tecnologia più incentrata sull'uomo che gli Autori si soffermano in questo volume.
Grazie a qusta svolta, accelerata dalla pandemia, nella correlazione uomo-macchina si valorizzano le competenze radicalmente umane, si prediligono approcci efficienti e leggeri alla data analysis e al machine learning, si costruiscono architetture agili basate sul cloud e si adottano nuove strategie.
Una logica così innovativa impatta anche sugli elementi costitutivi del business - Intelligenza, Dati, Esperienza, Architettura e Strategia (in una parola, IDEAS) - trasformando le regole della competizione: attingere a questo frame consentirà ad aziende piccole e grandi di ottimizzare la gestione del lavoro, ricostruire un rapporto di fiducia con i propri stakeholder e percorrere la strada verso un futuro sostenibile.
Un libro, ricco di spunti e indicazioni concrete, esempi e casi studio, descrive le tappe di questa transizione epocale, che influirà sul modo di pensare, lavorare e competere... innovando.
Transizione che proprio dalla recente pandemia esce diversa. Il fatto che i vaccini siano stati effettivamente sviluppati e in tempi velocissimi è stato possibile grazie anche il lavoro di ricercatori pionieristici e di aziende piccole e grandi in vari settori,
Organizzazioni di ogni tipo si sono ritrovate a cercare di comprimere in uno o due anni trasformazioni tecnologiche che avrebbero dovuto realizzarsi in almeno dieci anni.

Invece che un cambiamento temporaneo da lasciarsi alle spalle una volta tornati alla normalità, sostengono i due Autori, la pandemia ha proiettato tutti noi - azienda e persona - in un futuro che in precedenza sembrava solo un barlume all'orizzonte. Dire che la pandemia ha accelerato la velocità con cui la tecnologia è stata adottata significa sminuire ciò che è accaduto. Rispetto al periodo pre-pandemico c'è stato un aumento del 70%. In media, l'adozione per la prima volta di tecnologie digitali, intelligenza artificiale, cloud e simili è stata del 63%. Detto in altri termini, per ogni tecnologia che un'impresa non aveva adottato prima della pandemia da Covid-19, c'era il 63% di possibilità che l'adottasse durante la pandemia. E spesso ciò è avvenuto alla svelta.
Quando la pandemia ha costretto le aziende ad accelerare, il gap fra i leader e i ritardatari si è allargato. I primi hanno investito da subito nelle tecnologie digitali in risposta alle nuove sfide operative e alle domande dei clienti, che nel frattempo stavano cambiando. Hanno rivisto i loro investimenti in tecnologie importanti come il cloud e l'intelligenza artificiale. Ciò li ha aiutati non soltanto ad assorbire rapidamente gli impatti del cambiamento, ma anche a concentrarsi sulla crescita.


Non solo sono sopravvissuti; si sono anche rafforzati - e si sono lasciati ancora più alle spalle i ritardatari. ogni impresa è oggi un'impresa tecnologica. Allo stesso tempo, un approccio radicalmente umano all'innovazione tecnologica - un approccio spesso diametralmente opposto a quelli esistenti - si è oggi diffuso e ha portato le organizzazioni a un nuovo momento di verità.
Le svolte che prendiamo in considerazione sono avvenute in un momento di pessimismo generalizzato. Con il procedere del decennio l'innovazione ha perso la propria innocenza. I veicoli autonomi a volte si sono rivelati mortali. Un importante studio federale sui sistemi di riconoscimento facciale ampiamente usati dalle forze dell'ordine ha mostrato che per gli asiatici e gli afroamericani c'era una possibilità fino a cento volte più elevata rispetto alle persone di pelle bianca di essere identificati in modo erroneo.
Il modo in cui gli esseri umani interagiscono con le tecnologie intelligenti sta entrando in una terza fase. Nella prima, l'intelligenza artificiale si limitava a svolgere compiti ripetitivi. Le persone erano sottomesse alle macchine e spesso rimpiazzate da queste ultime, il che portava a immaginare un futuro distopico in cui in molti sarebbero rimasti senza lavoro.


Fortunatamente, la seconda fase ha mostrato che i pessimisti avevano torto. Molte aziende leader hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per migliorare le capacità umane, non per rimpiazzarle. Queste organizzazioni hanno messo in discussione l'idea che la tecnologia renderebbe le persone inutili. Hanno sfruttato il potenziale della collaborazione uomo-macchina per trasformare i processi meccanici in attività flessibili e incentrate sugli esseri umani, rivoluzionando così la propria attività e aumentando i margini di profitto.
Questa fase collaborativa, che ha messo sullo stesso piano uomini e macchine, sta ora lasciando spazio a una terza fase in cui gli uomini sono sempre più centrali. Le organizzazioni leader non solo stanno innovando più dei loro competitor, ma stanno anche virando in modo deciso verso una tecnologia a misura d'uomo; dal nostro punto di vista, si tratta di una svolta radicale che sta capovolgendo il modo in cui l'innovazione è stata praticata nel decennio precedente. Questa svolta è radicale nel doppio senso della parola: rivoluzionaria e radicata. Rivoluzionaria perché sta riscrivendo i termini della competizione. Insomma una sfida affascinante.




Titolo: Più umana, meno artificiale. Come la tecnologia sta trasformando il business e plasmando il nostro futuro
Autori: Paul R. Daugherty e James H. Wilson
Editore: FrancoAngeli
Pagine: 246


Federico Unnia

Aures Strategie e politiche di comunicazione


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