Fondamentale garantire la continuità operativa delle infrastrutture critiche

Alessandro Manfredini (AIPSA): negli ultimi 20 anni lo Stato ha affidato la gestione di tutte le infrastrutture critiche a società private o a partecipazione pubblico-privata. E' necessario rafforzare il ruolo di indirizzo e governance della Presidenza del Consiglio

Dalla siccità, alle alluvioni. Dai terremoti, alle pandemie.
Dal 2010 al 2022, l'Italia è stata investita da 1.503 eventi climatici estremi, di cui 132 concentrati solo tra gennaio e luglio dello scorso anno.
Un fenomeno in crescita esponenziale con un impatto tutt'altro che irrilevante anche sulle infrastrutture critiche, quelle cioè che garantiscono servizi essenziali ai cittadini come la sanità, i trasporti, le telecomunicazioni o l'energia. Per affrontarlo e cercare una soluzione di sistema, AIPSA, l'Associazione italiana dei Professionisti della Security aziendale che racchiude al suo interno i security manager delle principali grandi aziende private del Paese, ha organizzato un evento a Castel Sant'Angelo a Roma, alla presenza, tra gli altri del Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio.
E' stata un'occasione per lanciare un appello alla politica e chiedere un intervento diretto al Governo.
"Negli ultimi 20 anni - sottolinea il presidente AIPSA Alessandro Manfredini - lo Stato ha affidato la gestione di tutte le infrastrutture critiche a società private o a partecipazione pubblico-privata.

Questo ha determinato un indubbio efficientamento nell'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini. Ma ora occorre un salto in avanti: è necessario rafforzare il ruolo di indirizzo e governance della Presidenza del Consiglio, che ponga in essere tutte le misure necessarie per garantire la continuità dell'operatività di queste infrastrutture fortemente interconnesse tra di loro. Dobbiamo dotarci di procedure e linee guida comuni che ci permettano di rendere autenticamente resiliente l'intero territorio nazionale. Occorre cioè una cabina di regia che ci consenta di uscire dalla logica della gestione delle emergenze per sviluppare politiche di prevenzione, a partire proprio dalle infrastrutture critiche".
Infrastrutture spesso interconnesse tra loro per le quali, tuttavia, non è previsto un piano di prevenzione integrato, utile a porre le condizioni per rispondere in maniera sistemica agli eventi estremi.
"La priorità che dobbiamo darci - aggiunge Manfredini - è quella di sviluppare un sistema in grado di dare la stessa risposta efficiente e coesa sia che ci si trovi di fronte a una grande catastrofe, sia che ci si misuri con un grosso danno circoscritto. Dobbiamo, ad esempio, essere in grado di prevenire la possibilità che un terremoto comprometta la funzionalità di un acquedotto di una grande città, ma anche saper come sopperire ai danni arrecati da una tempesta di fulmini ai tralicci elettrici di un piccolo comune montano.

Una sinergia ancora più forte tra pubblico e privato è la chiave per centrare l'obiettivo".