Il cloud agevola i servizi dei partner

Fabio Santini (Microsoft): l'interesse verso il cloud coinvolge tutte le categorie, senza distinzione

Un'indagine IDC sulla relazione tra Microsoft e i suoi partner in Europa ha rilevato che i ricavi dei partner di Microsoft sono aumentati in media del 20% all'anno in Europa e del 19% in Europa meridionale (Italia, Portogallo e Spagna).
Sono dati interessanti, perché da tempo si discute di come il cloud possa diventare un elemento di rottura rispetto ai guadagni dei partner.
"Il passaggio al modello Software as a Service sembrava tagliare fuori i partner di Microsoft", ha commentato Fabio Santini, direttore della divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia. "Invece lo studio mostra che c'è stato un cambiamento del modello di business di quelle che oggi sono aziende strutturate e che puntano sui servizi".
Lo studio dice che per ogni dollaro fatturato da Microsoft nel cloud, i partner in Europa generano in media altri 6,70 dollari legati ai loro servizi e ai loro prodotti.
"C'è un altro dato che emerge: i partner che operano con Azure in Italia hanno registrato un aumento del 43% della loro attività anno su anno", ha proseguito Santini.

"Il numero è interessante: come Microsoft in Italia abbiamo 9.000 che interagiscono con noi almeno una volta all'anno. Numeri importanti rispetto ai quasi 25.000 censiti nel Paese. Di questi 9.000, 1.000 vendono servizi per il cloud. Un segno di trasformazione del business, perché i vantaggi si hanno quando le applicazioni vengono riscritte interamente per il cloud, non quando vengono semplicemente migrate".
Le grandi aziende continuano ad investire in tecnologia durante questi anni complicati a livello economico e di mercato, mentre gli investimenti IT delle piccole realtà rallentano a causa dell'incertezza, in pratica emerge un Paese a due vie.
"Lo studio mostra che la crescita dei partner Microsoft è correlata a un tessuto imprenditoriale che sta reagendo a modo suo", ha proseguito Santini. "Perché nel nostro Paese i partner svolgono un ruolo importante in quanto vicini alle aziende, possono comprendere le esigenze e far cogliere le opportunità di crescita attraverso le loro competenze"

I partner che prestano maggiore attenzione alla proprietà intellettuale hanno margini più alti.

La ricerca ha rilevato che il valore economico generato da Microsoft per le aziende che producono software è di 7,86 dollari, mentre per le aziende focalizzate sui servizi è di 5,75 dollari.
"Oggi non esiste una industry in Italia che si muove più rapidamente verso il cloud: se in passato retail, fashion, manifatturiero erano più reattive perché molto legate all'esportazione del Made in Italy, ora tutte le industry sono molto focalizzate a cambiare paradigma", ha commentato Santini.
Tutte crescono, tutte lavorano su progetti innovativi, ma la PA attende sostanzialmente il PNRR. "Collaborare con Microsoft in questi contesti consente ai partner di sviluppare la propria proprietà intellettuale - ha proseguito Santini -, e ha permesso loro di sfruttare opportunità di co-selling, co-innovazione e sviluppo di software e servizi personalizzati basati sul cloud. Chi ha puntato solo sulla redistribuzione ha ottenuto un risultato meno significativo, sebbene importante, con un moltiplicatore di 2,21 dollari. Il business model di questi partner deve essere rivisto, nel senso che per la sostenibilità è necessario guardare a un cambiamento del sistema, specializzarsi e avere competenze".

Le competenze sono il problema principale. "Reperire le competenze necessarie per creare progetti e offrire consulenza non è affatto semplice.
Il mercato soffre questa carenza di competenze - ha concluso Santini -, ma è evidente che si stanno innescando meccanismi di formazione perché c'è molto interesse economico e quindi investimenti. Lato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per ora non si è visto un grande impatto sulla crescita del mercato IT, ma sarà certamente una grande opportunità non solo per le aziende del settore e i partner, ma per tutti il Paese".