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30/11/2022

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Imprese: occorre imparare a tutelare i frutti della propria innovazione

La guida offre un quadro completo delle discipline della proprietà industriale e intellettuale, dell'information technology e dei profili lavoristici connessi alla tutela del know-how aziendale

L'IP come asset strategico per molte imprese, anche di medie e piccole dimensioni. Tutto ciò che occorre sapere per richiederne la "proteggibilità" e come valorizzarne i diritti di sfruttamento economico. In sintesi è questo l'universo trattato con la solita competenza e maestria dallo Studio legale Trevisan & Cuonzo nella terza edizione della guida "Proprietà industriale, intellettuale e IT", edita da Wolters Kluwer Italia.
1610 pagine dense di norme, interpretazione giurisprudenziali e spiegazioni indispensabili per chi operi nel diritto e chi, dall'altro lato della scrivania, opera in azienda e vuole proteggere il frutto della propria capacità ed investimento in innovazione. La guida aggiorna e integra i contenuti delle due precedenti edizioni, offrendo un quadro completo delle discipline della proprietà industriale e intellettuale, dell'information technology e dei profili lavoristici connessi alla tutela del know-how aziendale. Inoltre, ci si sofferma anche sulle tematiche di internet e media law, privacy e disciplina antitrust, legate alla tutela IP.


Una materia in continua evoluzione, così come l'innovazione, motivo per il quale nella nuova edizione è presente l'analisi di recenti novità normative come quelle sul marchio collettivo, il marchio di certificazione il marchio storico e la nuova direttiva copyright. E ancora, la trattazione spazia anche nella discussione della disciplina del brevetto europeo con effetto unitario e del tribunale unificato dei brevetti, delle problematiche della pubblicità sui social network e del greenwashing. Completano i contenuti, le nuove regole in tema di pubblicità di farmaci e dispositivi medici, la giurisprudenza più recente in materia di brevetti.
"La guida rappresenta uno strumento user friendly in grado di orientare le scelte di allocazione degli impianti produttivi e dei centri di ricerca e sviluppo, in termine di strategie di innovazione, come anche di supportare giuristi specializzati e avvocati di impresa, alla luce dei cambiamenti geopolitici ed economici cruciali in atto" spiega Gabriele Cuonzo, Managing Partner di Trevisan & Cuonzo.
"Se concepiamo la proprietà industriale e intellettuale e l'Information Technology come gli architravi dell'innovazione, ci rendiamo conto della ricaduta che i fenomeni sopra descritti avranno inevitabilmente sugli asset immateriali delle aziende del nostro Paese" aggiunge.


L'aumento degli investimenti in R&D comporterà un aumento della brevettazione, riducendo il gap attuale, in particolare con la Germania. Ciò consentirà alle nostre imprese di affrontare meglio la sfida impegnativa dell'UPC (Unitary Patent Court). Attualmente le domande di brevetti europei depositate in sede EPO provenienti dalla Germania sono circa 26.000, contro le poco meno di 5.000 dall'Italia (Patent Index 2021). Se si considera che Germania e Italia competono in settori chiave come la meccatronica si capisce quanto sia importante aumentare in dimensione e qualità i portafogli brevettuali delle nostre aziende. In una diversa prospettiva sul fronte del cosiddetto "soft" IP, le aziende dovranno affrontare le nuove sfide dell'economia digitale, con l'affermazione di nuovi asset come i "Non Fungible Token" (NFT) e più in generale il nuovo mercato virtuale del "Metaverso" ciò che imporrà un ripensamento radicale dell'uso dei segni distintivi (in primo luogo i marchi di impresa) coniugando l'uso del "brand" con nuove strategie di marketing digitale.
Secondo l'Osservatorio IP 2022, indagine fra oltre 40 imprese italiane, realizzata con il supporto dello Studio Legale Trevisan & Cuonzo gli investimenti in IP sono previsti in crescita anche per il 2022.


A farla da padrone con l'80% di nuove registrazioni sono i marchi di impresa specificatamente nei settori fashion/luxury, food e drink, seguiti con un sensibile distacco, ma con una curva al rialzo, quelli in know- how non brevettato (nei mercati automotive, food e farmaceutico/life science, 43%). Si aggiungono le innovazioni brevettate di automotive e industria (40%) mentre chiudono le acquisizioni/licenza di titoli di IP di terzi nel farmaceutico/life science (33%), e l'industrial design registrato nel settore fashion e automotive (25%).
"Negli ultimi 10 anni, in media le aziende rispondenti sono state maggiormente attive nel deposito di marchi di impresa e modelli di design, a fronte di un sensibile calo dei contenziosi: nel campione esaminato, in media le singole aziende sono state coinvolte in 15 contenziosi in materia di marchi, 3 su brevetti e uno solo in materia di design" aggiunge Cuonzo.
Un'azienda su due, stanzia un budget per le attività di acquisizione e gestione di titoli di IP di oltre 150 mila euro: in testa con oltre 500 mila euro, per il 25% del campione di aziende considerate, gli investimenti si attestano nei settori farmaceutico e automotive, seguono con 300 e 500 mila euro il fashion (18% del campione) mentre il 10% delle aziende investe in generale fra 150 - 300 mila euro.



"Dall'indagine - conclude Cuonzo - si evince che l'assistenza del professionista brevettuale o legale diventa necessaria (nell'88% dei casi) in presenza di contenziosi, o per la consulenza di marchi e brevetti, con una percentuale del 73%, e solo in misura minore per questioni di contrattualistica (25%). Solo nel 23% delle circostanze i soggetti dichiarano di rivolgersi a un professionista esterno per insufficienza delle risorse interne". Titolo: Proprietà industriale, intellettuale e IT
Autori: Studio legale Trevisan & Cuonzo
Editore: Wolters Kluwer
Pagine: 1610

Federico Unnia   

Aures Strategie e politiche di comunicazione


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