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28/09/2022

leisure

Le imprese hanno bisogno di più umanesimo?

Marco De Masi ci dimostra che, in un'epoca dinamica e in continua mutazione come quella attuale, l'esperienza dell'umanesimo porta con sé valori e insegnamenti con i quali le imprese di oggi possono generare un impatto positivo per l'intera comunità

La tecnologia da un lato, la crescita dall'altro. La minaccia ambientale, sempre più incalzante da un lato, gli effetti dei conflitti dall'altro. Come possono le imprese sopravvivere, non diciamo crescere? Una risposta la offre il recente saggio di Marco De Masi, collega in BCG, nel suo ultimo scritto "Il mestiere dell'uomo. Perché la cultura umanistica fa bene all'impresa italiana", edito da Luiss University Press.
Dalla sua esperienza l'autore parte con un quesito di fondo: per essere più competitive le aziende hanno bisogno di più umanesimo?
E soprattutto, che cosa intendiamo quando parliamo di umanesimo?
La risposta alla prima domanda è il cuore di questo libro.
La risposta alla seconda dipende dall'ambito in cui scegliamo di muoverci.
Poiché la tecnologia passa e si migliora continuamente, anche l'approccio umano all'impresa deve far leva su valori nuovi, o meglio, rispolverare dal nostro DNA quello centrate dell'umanesimo, che grazie alla spiccata sensibilità e all'intuizione di pochi segnò un passaggio centrale nel progresso del nostro Paese.


Come fa tutto questo De Masi? L'autore prova a cogliere entrambe le prospettive, quella letteraria e quella d'impresa, cercando di trasmettere un'idea semplice: alcune persone, aziende e istituzioni, più o meno consapevolmente, fanno propri certi tratti della cultura umanistica, trasformandoli in elementi di competitività. Una sorta, quindi, di vite parallele di Plutarco, in chiave moderna, dove l'Autore in ogni capitolo prova a isolare alcuni di questi tratti, mette a confronto due vicende che, separate da almeno mezzo millennio l'una dall'altra, consegnano due messaggi che si integrano e rafforzano reciprocamente. Un umanesimo 4.0, banalizzando, del quale connotati portanti sono metodo, rigore, visione, declinabili poi su sostenibilità, competenze e commitment.
E' così che attraverso diverse interviste, tra le quali quelle a Sonia Bonfiglioli, Niccolò Branca, Brunello Cucinelli, Alessandro Garrone, Maximo Ibarra, l'autore ci dimostra che, in un'epoca dinamica e in continua mutazione come quella attuale, l'esperienza dell'umanesimo porta con sé valori e insegnamenti con i quali le imprese di oggi possono generare un impatto positivo per l'intera comunità.



Ricetta semplice? Apparentemente si: quel che serve è una rivalutazione di queste competenze e di questi studi. Ma qui si apre un diverso capitolo

Titolo: Il mestiere dell'uomo. Perché la cultura umanistica fa bene all'impresa italiana
Autore: Marco De Masi
Editore: Luiss University Press
Pagine: 147

 

Federico Unnia  

Aures Strategie e politiche di comunicazione  


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