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21/09/2022

leisure

Tecnologia ed errori umani: com'è possibile?

I casi della Formula 1 e del calcio mostrano come la tecnologia da sola non sia sufficiente per evitare brutte figure

Si è portati a credere che i computer non possano sbagliare e che con il supporto della tecnologia gli umani stiano diventando sempre più bravi.
Ma non è così, è una favola, per quanto in parte vera, ma non racconta tutta la verità.
I computer, gli algoritmi e le intelligenze artificiali sbagliano, eccome se sbagliano, perché da un lato potrebbero essere stati programmati attraverso dei bias, dei preconcetti umani e quindi fallaci per definizione, dall'altro perché utilizzando la forza bruta e la statistica non sempre si ottengono i risultati migliori.
I casi del Gran Premio di Monza di Formula 1 e del VAR della gara di serie A tra Juventus e Salernitana mostrano inequivocabilmente la realtà: non basta la tecnologia per prendere decisioni migliori.
Durante il GP, la federazione ha mandato in pista la safety car nel momento sbagliato, pur avendo a disposizione immagini e GPS delle posizioni delle auto, causando un numero di giri inutili, mentre durante la partita di calcio, gli arbitri non avevano a disposizione tutte le immagini per prendere la decisione.


In entrambi i casi si comprende che le persone hanno fatto del loro meglio, ma hanno commesso degli errori, del tutto in buona fede.
La tecnologia è di supporto, è un tool.
Ben diverso, sempre prendendo dallo sport, la tecnologia utilizzata per veder se una palla da tennis ha colpito il terreno all'interno del campo, piuttosto che una palla da pallavolo scagliata a decine di metri al secondo: non c'è oggettività e l'immagine da analizzare è semplice.
Perché quindi in un caso si ottengono risultati e in altri no?
Non è per una questione di maturità della tecnologia, ma di complessità: una palla o pallina viene riconosciuta da una sola camera e quindi, nonostante un livello di tolleranza comunque presente come per ogni apparecchiatura, anche se nessuno lo dice, ci sono buone probabilità di non sbagliare, diciamo 99, 99%.
Invece, riuscire a riconoscere tanti "oggetti" in movimento, ma non solo, in un ambiente dinamico, diventa più complicato.
Nulla di impossibile sia chiaro, ma se ci si abitua all'assistenza del digitale, è difficile farne a meno, ma soprattutto, si tende a non avere uno sguardo critico rispetto a quanto viene mostrato.



Vale nello sport, ma vale in tante situazioni della vita lavorativa: le macchine aiutano tanto, ma non possono sostituire totalmente l'uomo in tante attività.

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