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01/12/2021

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La ricapitalizzazione delle PMI passa da strumenti ibridi

Adam Farkas (AFME): necessarie fonti di finanziamento alternative perché le società più piccole non quotate e le midcap in Italia e in altri Paesi dell'UE, abbiano accesso ad ampio nuovo capitale da investire in innovazione e crescita

Ci sarebbe un nuovo strumento di ricapitalizzazione ibrido rivolto alle piccole imprese nella fase post-Covid. Lo propone l'Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME), con il supporto di PwC e Linklaters, attraverso un report che fornisce una guida pratica per il governo italiano, le autorità europee e gli altri Stati membri dell'UE per la sua introduzione.
Il report segue una precedente pubblicazione di gennaio, che aveva esaminato le esigenze di ricapitalizzazione delle piccole imprese europee e aveva determinato come quest'ultime, per le loro dimensioni, non avessero accesso ai mercati azionari, ibridi e del debito pubblico come le imprese di maggiore dimensione. Pertanto, in seguito alla pandemia, uno strumento azionario ibrido potrebbe consentire a un maggior numero di PMI di accedere a finanziamenti di tipo azionario senza cambiare il controllo dell'azienda, che rappresenta uno dei principali timori.
Queste aziende, tuttavia, sono disposte a pagare un sovrapprezzo per non diluire i propri diritti di voto, e al contempo disponibili a distribuire una quota di utili agli investitori.

Gli strumenti ibridi di debito subordinato si prestano perfettamente per soddisfare queste necessità. In particolare, potrebbe essere sotto forma di un nuovo strumento di azioni privilegiate, conforme alle norme sugli aiuti di Stato, per costruire scalabilità e liquidità. Lo strumento ideale potrebbe avere accesso al sostegno finanziario a livello dell'UE tramite uno strumento come il "fondo di garanzia paneuropeo" (EGF) del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), oggi sotto finanziato, che mira a sostenere le PMI e le imprese a media capitalizzazione fiaccate dal COVID-19.
In ogni caso sarà necessaria una forma di supporto pubblico attraverso un pool di strumenti tra emittenti e settori industriali da rendere "attraente" come investimento per attirare un interesse sufficiente da parte degli investitori a un rendimento/prezzo che sia consono alle aspettative delle imprese emittenti. La forma di sostegno pubblico potrebbe essere quella di una garanzia finanziaria, oppure, in alternativa, un investimento subordinato liquido all'interno del fondo comune.
Tuttavia, tale soluzione ibrida deve essere adattata ai criteri contabili nazionali, al quadro giuridico e fiscale e di insolvenza nei singoli Stati membri dell'UE, per ottemperare agli elementi chiave necessari per creare uno strumento che soddisfi le esigenze sia degli investitori, sia delle società emittenti.


Le cornici nazionali esistenti in Italia, Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono esempi ai quali gli altri Stati membri possono fare riferimento nello sviluppo di quadri regolamentari nei propri Paesi e preferibilmente a livello dell'UE.
Secondo Adam Farkas, Chief Executive di AFME, "con il graduale miglioramento delle condizioni economiche, è fondamentale che le società più piccole non quotate e le midcap in Italia e in altri Paesi dell'Unione Europea, dotate del potenziale per guidare la crescita economica, abbiano accesso ad ampio nuovo capitale da investire nell'innovazione e nella loro crescita futura. Per affrontare questa sfida saranno necessari tipi e fonti di finanziamento alternativi.
Mentre alcuni Stati membri dell'UE, tra i quali Francia, Spagna e Paesi Bassi, hanno recentemente lanciato piani e strumenti nazionali a sostegno della ricapitalizzazione delle imprese, AFME continua a vedere un valore significativo nello sviluppo di un quadro di strumenti di ricapitalizzazione a livello dell'Unione Europea che potrebbe essere implementato in Italia in particolare e in altri Stati membri dell'UE".



Marcello Bianchi, vicedirettore generale di Assonime, ha aggiunto: "Le imprese europee avrebbero bisogno, soprattutto in questa fase economica, di un mercato dei capitali veramente integrato e di un sistema di regole e vigilanza più aperto e flessibile nei confronti delle nuove forme di accesso al mercato e di raccolta di capitale di rischio.
Lo studio dell'AFME offre un contributo importante in questa direzione, suggerendo un percorso ambizioso ma realistico per lo sviluppo di un mercato europeo di strumenti standardizzati di quasi-equity, che potrebbe essere di particolare interesse per le imprese italiane che hanno difficoltà di accesso al mercato dei capitali
".
Paolo Garonna, Segretario Generale, FeBAF (Federazione Banche, Assicurazioni e Finanza), ha dichiarato: "Le proposte di AFME vanno nella direzione giusta. Dopo l'urgenza di 'ricapitalizzare' le imprese colpite dalla pandemia, è ora il momento di realizzare strumenti finanziari di ?capitalizzazione' di medio-lungo termine. Come FeBAF, insieme alle nostre associate, stiamo lavorando proprio su questi strumenti per consentire alle nostre imprese di interpretare la transizione digitale e verde come opportunità di crescita".



Il report presenta una panoramica degli aspetti chiave degli strumenti ibridi per la contabilità patrimoniale, il trattamento fiscale e il trattamento in caso di insolvenza.
Inoltre, illustra una sintesi delle considerazioni sugli aiuti di Stato che saranno probabilmente presi in considerazione nel valutare l'introduzione di tali strumenti ibridi contabilizzati alla stregua degli strumenti rappresentativi di capitale ai fini della conformità con i requisiti UE sugli aiuti di Stato.
Infine, un esempio generico di term sheet che delinea le caratteristiche dello strumento proposto, utilizzabile come riferimento per la discussione con funzionari pubblici, investitori ed emittenti corporate midcap/PMI.
AFME auspica che questo report fornisca un utile riferimento per i decisori pubblici italiani e tutti gli stakeholder interessanti nella realizzazione di nuovi strumenti ibridi per le PMI così che aziende e investitori potranno continuare a collaborare per identificare soluzioni adeguate alla ricerca di capitali di investimento in questa fase di ripresa economica.
Il report di gennaio aveva stimato che l'Europa potrebbe avere un gap di risorse pari a 450-600 miliardi di euro in capitale proprio e ibrido per prevenire il fallimento delle imprese nella fase della graduale riduzione delle misure di sostegno statale.



Negli ultimi mesi il governo francese ha lanciato un programma di debito subordinato senza diritto di voto e sovvenzionato dal governo del valore di 20 miliardi di euro a favore delle PMI e delle mid-cap, utilizzando le specifiche strutture "Subordonnées" e "Prêts Participatifs" della Francia.
Anche il governo spagnolo ha lanciato un fondo del valore di 1 miliardo di euro per la ricapitalizzazione delle aziende che hanno registrato impatti dal COVID-19 destinato a piccole imprese (esiste un fondo separato di 10 miliardi di Euro per le imprese strategiche, un fondo di 7 miliardi di euro a sostegno dei pagamenti e un altro fondo di 3 miliardi di euro.
Anche il governo olandese ha lanciato un programma di sostegno ai prestiti subordinati per le PMI da 400 milioni di euro.


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