Intelligenza emotiva e feedback sono un passaggio obbligato nei processi di selezione
Carlo Caporale (Wyser Italia): c'è una sensibilità più diffusa da parte delle aziende per le attitudini personali di un manager, come leadership, intelligenza emotiva, capacità decisionale, competenze relazionali. Cresce l'uso degli Assessment Center
Che cosa si aspettano le aziende e i candidati da un processo di selezione? Le prime sempre più una valutazione dei tratti personali e delle soft skill, i secondi la condivisione di un feedback appropriato e costruttivo. Elementi che Wyser valuta e garantisce attraverso l'Assessment Center, metodologia al centro della sua ultima ricerca che ha coinvolto manager nei Paesi dove opera.
Questionari comportamentali e di personalità, giochi di ruolo e interviste strutturate. A chi non è capitato durante un processo di ricerca e selezione di affrontare queste prove? Dall'ultima survey globale di Wyser, la società internazionale di GI Group, che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, che ha coinvolto manager e professionisti, è emerso che il 51% dichiara che la sua azienda ha applicato almeno una volta l'Assessment Center (AC), la metodologia che raccoglie questi strumenti in ambito HR, e ben il 31% proprio in fase di recruiting.
Quali sono le risposte che le aziende si aspettano da questo approccio e da un processo di recruiting così strutturato?
Secondo il 62% degli intervistati di Wyser, nel valutare un profilo manageriale, è fondamentale analizzare le soft skill e i tratti di personalità del candidato, per il 54% avere elementi per prevedere nel lungo periodo il match tra manager e posizione aperta, per il 33% avere a disposizione output ed elementi di valutazione oggettivamente confrontabili e per il 25% aumentare l'accuratezza del processo di selezione.
E a proposito di soft skill, il 42% dei partecipanti alla survey considera importante avere informazioni circa l'Intelligenza emotiva di un candidato per una posizione manageriale. L'intelligenza emotiva è infatti un'abilità fondamentale relativa alle prestazioni complessive di una persona, in particolare nei ruoli gestionali e dirigenziali. Ma non solo: la leadership stessa (59%), la capacità decisionale (40%) e le competenze relazionali (36%) sono altri aspetti determinanti nella valutazione di un profilo manageriale.
"Un'attenzione e una sensibilità più diffusa da parte delle aziende e degli esperti HR rispetto alle attitudini personali di un manager - intesa come leadership, intelligenza emotiva, capacità decisionale, competenze relazionali - ha richiesto di poter contare su molteplici e differenti strumenti e quindi elementi/output per valutare e confrontare ogni professionista. A ciò si aggiunge la necessità di accuratezza (ovvero limitare i bias umani dell'head hunter) nel valutare un candidato e nel determinare la sua idoneità ad uno specifico lavoro, soprattutto nelle posizioni dirigenziali, che ha portato alla crescente adozione dell'AC", commenta Carlo Caporale, AD di Wyser Italia.
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