In questo periodo abbiamo imparato tante cose, tra cui che il PC e le stampanti sono tornati indispensabili per lo smartworking e che con quelle 3D si possono fare cose impensabili
Il COVID-19 può avere anche dei lati positivi? Probabilmente si. Ha costretto le aziende a cambiare il loro modo di operare, così come il lockdown ha fatto fare un salto di qualità nell'utilizzo delle tecnologie da parte di tutti, anche nel privato. Compreso comprendere quale tecnologia serve veramente e utilizzare in modo diverso quella a disposizione, adattandola elle esigenze. Ne abbiamo parlato con Tino Canegrati AD di HP Italy.
Cos'è successo in queste settimane?
Cerco di riassumere una frase unica: in 8-9 settimane è successo quello che è accaduto negli ultimi tre, quattro o forse cinque anni. In particolare, direi che la prima cosa che è cambiata è il nostro modo di lavorare, in secondo luogo è cambiato il nostro modo di imparare e comunicare, il nostro modo di acquistare... Se mettiamo tutti questi aspetti insieme praticamente è cambiata la nostra vita, tolto dormire e amare penso che le ho elencate tutte. Il cambiamento del lavoro è stato più soft o più traumatico a seconda di quanto le aziende e le persone fossero preparate, nel senso che tutti parlano di smartworking, ma la verità è che siamo stati costretti, improvvisamente, a organizzarci per lavorare da casa e quindi ha fatto molta differenza.
Un cambiamento forzato, ma il sistema ha retto.
Sì, vedo clienti per cui l'impatto è stato mitigato da abitudini e organizzazione, con personale che aveva un portatile e la possibilità di poter accedere ai sistemi e a tutti i processi e procedure interne, ma c'è stato chi ha dovuto improvvisare. Lavorare da casa non è semplicemente avere un PC e collegarsi alla rete, richiede un cambiamento in procedura. E' anche un cambiamento di contrattualistica anche con i propri dipendenti, ma soprattutto un cambiamento di cultura.
Diciamo che nella scuola il cambiamento è stato evidente e repentino.
Abbiamo cambiato il modo di imparare, ma penso di potermi permettere di dire che la maggior parte delle scuole ha fatto estremamente fatica a fare educazione da remoto. Mancavano le piattaforme, le competenze, le infrastrutture. Ma si sono adeguate alla situazione e abbiamo scoperto che si può fare, ma bisogna attrezzarsi. Gli strumenti di comunicazione sono oggi diventati patrimonio di conoscenza comune, penso a Zoom, Teams, Skype e sono parte integrante della vita professionale e di quella personale. Questo rimarrà come patrimonio di tutti.
A livello economico, cos'è accaduto?
Direi che abbiamo imparato ad acquistare online, ma GfK fotografa una situazione precisa: è decollata la multicanalità . Inoltre sono lievitati gli acquisti con moneta elettronica. L'online è una componente fondamentale.
E per i prodotti tecnologici?
Quello che è accaduto è particolare. Se mi avessero chiesto tre mesi fa se fosse più importante il computer o uno smartphone, avrei risposto che il telefono era l'oggetto indispensabile. In questo periodo abbiamo imparato che per poter lavorare in remoto il PC è lo strumento insostituibile, cioè se lo smartphone si fosse rotto per tre giorni probabilmente avremmo continuato a lavorare, mentre se perdiamo il PC per tre giorni si è lavorativamente morti. Poi, abbiamo visto molto dei clienti alla ricerca spasmodica della macchina perché si erano accorti che i computer non erano adeguati a svolgere il lavoro da casa, soprattutto a livello di sicurezza. Alcuni clienti hanno avuto qualche incidente e cominciano a capire che un conto è lavorare nella intranet e all'interno dell'azienda, un conto è quando la gente è distribuita dappertutto, con connessioni diverse, accessi diversi. Questo è uno dei punti importanti da sviluppare nel prossimo futuro perché io credo che, come dicono molti, nel nuovo futuro non torneremo tutti in ufficio esattamente come a gennaio. Abbiamo imparato che le cose si possono fare in maniera diversa e anche in modo più efficiente e trovandoci costretti a farlo abbiamo accelerato in maniera veramente incredibile la curva di apprendimento. E' successo che una generazione che non sapeva neppure cosa fosse una stampante, mi riferisco ai più giovani, ha compreso che in alcuni tipi di attività lo scritto è importante. Dal nostro punto di vista, ho visto crescere l'attenzione da parte delle famiglie e delle aziende dell'uso delle stampanti ed è qualcosa che non si vedeva da un decennio o anche più.
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