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04/09/2019

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Il Data Management Summit si farà anche in Italia, all'Università di Pavia

Punto d'incontro della comunità che si occupa dell'innovazione più importante degli ultimi anni: i dati

"I dati sono il nuovo petrolio" è una di quelle frasi che si sente dire, ma in realtà bisogna capire cosa significa dato, come viene utilizzato, gestito e anche buttato quando non serve più. Dopo la prima edizione spagnola, il Data Management Summit diventa un evento internazionale, con un'edizione anche in Italia e, per il momento, un'altra in Polonia. Altre probabilmente arriveranno, perché l'interesse è davvero crescente. Un evento unico, in cui i professionisti del settore e chi vuole avvicinarsi all'argomento possono incontrarsi, ascoltare, partecipare alle dinamiche di gruppo e quindi accrescere, tutti insieme, la consapevolezza su questi tema. Abbiamo intervistato Michele Iurillo, ideatore e curatore, per capire perché è un evento differente rispetto agli altri.

Perché hai deciso di creare il Data Management Summit?

Ero stanco, come professionista, di assistere ad eventi di Data Management con una vision prettamente marketing o mono ecosistema (Microsoft, IBM, SAP, Oracle).



Perché si svolge nelle Universitá?

Perché credo nella collaborazione pubblico-privato, penso che gli studenti e le aziende devono connettersi e questi eventi permettono di farlo in modo semplice attraverso un background da condividere. L'Università è un campo neutro per i vendor che possono venire e confrontarsi nella nostra tavola rotonda: sarebbe difficile farlo se l'evento venisse celebrato nella sede di una di queste società.

Quali sono le tematiche centrali dell'evento?

Essenzialmente cerchiamo di occuparci del Data Management nella sua interezza, ma a mio giudizio le tendenze e le tecnologie da tenere sott'occhio sono essenzialmente la Data Governance e la Data Virtualization. Sulla prima si è detto molto. Sulla seconda le aziende stanno iniziando a dover far fronte alle continue richieste di dati da parte degli analisti e la figura del Chief Data Officer si appoggia su questo tipo di tecnologia per poter far fronte a queste richieste. Entro in qualche dettaglio tecnico. Al giorno d'oggi si parla molto di BI Self-Service e Data Driven, ma non è così semplice, soprattutto perché bisogna lavorare con il back end per avere dati da analizzare.

Un Logical Data Warehouse (come Querona) o uno strumento di Data Virtualization (come Denodo) consente agli utenti di BI una gestione dei dati più semplice e più flessibile, evitando i costosi e lenti processi ETL e la creazione di Data Warehouse.

Come sta cambiando il mondo dei dati?

Nello scenario del data warehouse aziendale tradizionale (EDW), i dati provengono in genere da database transazionali, applicazioni line-of-business, sistemi CRM, sistemi ERP o qualsiasi altra fonte di dati. Questi dati vengono normalizzati, puliti e trasformati attraverso un processo ETL (estrazione, trasformazione, caricamento) per garantire affidabilità, coerenza e accuratezza prima di essere caricati nel data warehouse. Questo processo garantisce una piattaforma di dati stabile e sicura da cui gli addetti all'informazione possono effettuare analisi complesse e generare report informativi. Oggi, il concetto di, EDW è obsoleto e inefficace a causa del volume, della varietà e della velocità dei grandi dati provenienti dal cloud, dai social network, dai dispositivi mobili e dall'IoT e si diffonde in una moltitudine di formati.


A questo si aggiunge l'aspettativa che tutta questa informazione sarà accessibile, significativa e pronta per essere consumato da qualsiasi applicazione BI self-service in tempo reale o quasi in tempo reale. Quando si realizza un progetto EDW, descritto in precedenza, spesso si perde la sua rilevanza rispetto alle attuali esigenze aziendali.

Ma cosa serve accumulare tutti quei dati senza trasformarli in informazioni?

La virtualizzazione dei dati fornisce un'unica visualizzazione integrata dei dati provenienti da fonti distribuite in tempo reale o quasi reale, indipendentemente dal tipo o dalla posizione dei dati, siano essi strutturati, semi-strutturati o non strutturati. All'interno del Data Management Summit porteremo una case history interessante di Data Virtualization, oltre ad altri case history presentati direttamente dalle aziende.

Come iscriversi all'evento?

L'evento è gratuito, ma con posti limitati e ogni domanda di iscrizione sarà valutata dal comitato di ammissione formato dagli organizzatori.


Le selezioni saranno effettuate utilizzando il profilo LinkedIn. Il programma della giornata include diversi interventi tecnici su Data Management, Data Governance, Sicurezza, Analytics, Machine Learning e Cloud, tra gli altri.

Perché avete scelto l'Università di Pavia?

Perché è un Ateneo molto aperto all'innovazione. Si svolge all'interno della Facoltà di Economia e anche questo è un elemento interessante, probabilmente innovativo per l'Italia.


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