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17/04/2019

leisure

The Day After in azienda

I manager vincenti sono quelli che dopo una crisi sanno condividere il fallimento e il dolore di chi resta, trasformandolo con resilienza in forza di ripartire

Cosa succede nell'impresa subito dopo il superamento della fase acuta di una crisi? Come e cosa fare per far ripartire l'azienda e, soprattutto, motivare chi in essa ha deciso di restare? A queste importanti domande offre un'interessantissima risposta il testo "L'impresa spezzata. Motivare le persone dopo l'emergenza: la forza dell'unità e della fiducia", scritto da Andrea Notarnicola ed edito da FrancoAngeli.
Vince, sveliamo subito l'assassino, chi è stato capace di costruire e mettere in sicurezza il maggior capitale fiduciario.
Il libro, secondo la volontà dell'autore, vuole indagare e spiegare come gestire il dopo, il primo giorno fuori della crisi, in cui l'azienda e il suo management, i dipendenti e i fornitori tutti, gli stakeholders si trovano a fare i conti con le macerie della reputazione perduta, della fiducia nel proprio universo professionale, con le conseguenze che la crisi genera.
Una situazione che deve essere affrontata capillarmente, facendo forza su uno stile manageriale nuovo, non sempre frutto di manuali universitari o dotti articoli di management.


Le crisi, spiega Notarnicola, possono essere di diversa natura e non sempre connesse a condotte o scelte manageriali. A titolo di esempio, nel libro si fa cenno al drammatico post-terremoto del Friuli del 1976, che mise le imprese grandi e piccole del territorio innanzi al cratere della ricostruzione non solo del tessuto civile ma anche imprenditoriale. Restare o spostarsi?
Come si comporta il management illuminato in tali frangenti? Su chi occorre capitalizzare risorse e sforzi per controvertire una deriva disfattista (che per l'azienda significa chiusura e scomparsa)?
Secondo Notarnicola, non sono i manager autoriferiti a vincere la sfida, bensì quelli che sanno condividere il fallimento e il dolore di chi resta, trasformandolo in forza di ripartire. Sapendo che questo non deve avvenire richiamandosi agli allori di un tempo, bensì di quanto avvenuto e da qui riprogettato. I casi citati nel testo sono diversi: si diceva delle calamità naturali, ma si possono ricordare gli scandali, i rovesci finanziari, gli incidenti e difetti gravi di prodotti.
Insomma, un conto è la gestione dei primi momenti post-crisi, altro è la resilienza, il desiderio di mettere alle spalle tutto e ripartire.

In questo contesto sono fondamentali le competenze e le vedute di chi deve impostare e implementare piani di comunicazione interna. Capaci di mettere a fattor comune l'universo valoriale nato non solo dalla tradizione e dai successi, ma figlio della crisi e del rischio che l'impresa imploda e resti sotto le macerie di una crisi. Con quali strumenti? Qui sta il bello della faccenda: tutti permessi, nessuno escluso. Basta che i protagonisti siano le persone, con le proprie gioie e dolori. Infine, gli effetti di una crisi possono essere aggravati da una pessima gestione della crisi. Qui la storia è nota: non si finisce mai di prevenire e di prepararsi all'eventualità.
Vincono - e il libro lo conferma - quelle organizzazioni che oltre a saper comunicare hanno saputo sedimentare un grande capitale fiduciario. Il vero asset intangibile, assicurazione per tempi di magra o, peggio ancora, di crisi vera.

Titolo: L'impresa spezzata. Motivare le persone dopo l'emergenza: la forza dell'unità e della fiducia
Autore: Andrea Notarnicola
Editore: FrancoAngeli
Pagine: 176

@federicounnia - Consulente in comunicazione
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