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10/10/2018

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C'è la crescita economica globale ma arrancano produttività e retribuzioni

Secondo l'ultima edizione dell'Hays Global Skills Index 2018, la discrepanza tra le competenze dei professionisti e quelle richieste delle aziende ha portato a un aumento della pressione sul mercato del lavoro

Nonostante la crescita economica globale stia vivendo un momento di slancio, la produttività lavorativa e le retribuzioni non registrano un corrispondente miglioramento. È ciò che emerge dalla settima edizione dell'Hays Global Skills Index, il report annuale pubblicato da Hays in collaborazione con Oxford Economics. L'analisi, dal titolo "Investing in the Skills of Tomorrow; Avoiding a Spiralling Skills Crisis", prende in esame i mercati del lavoro di 33 economie a livello mondiale (inclusa l'Italia) e misura la capacità delle aziende di avere accesso a lavoratori qualificati, al fine di dare una visione dei principali trend occupazionali.
Vediamo i principali risultati emersi dall'Hays Global Skills Index 2018.
a) La discrepanza tra le competenze in possesso dei professionisti e quelle richieste dai datori di lavoro ha portato a un aumento della pressione sul mercato del lavoro. Questa tendenza, riscontrabile in circa metà dei mercati analizzati (16 su 33), viene evidenziata da un numero crescente di posti di lavoro vacanti e da un più alto tasso di disoccupazione a lungo termine.

Gli aumenti più consistenti sono stati registrati in Europa, in particolare in Austria, Francia e Belgio.
b) Molti Paesi in Europa, Medio Oriente e America si trovano in una situazione di stallo in cui la bassa crescita della produttività ha portato a una riduzione degli investimenti in forza lavoro e capitale, indebolendo ulteriormente i livelli di produttività generale. Dato ancor più preoccupante, questa impasse può essere parte di una tendenza a lungo termine generata dal risultato di forze macroeconomiche come l'invecchiamento della popolazione, o da una recessione nel commercio globale o, ancora, da una riduzione degli investimenti in istruzione e formazione.
c) Infine, persiste il divario retributivo di genere in tutti i mercati analizzati. Le donne continuano ad affacciarsi meno degli uomini al mercato del lavoro e, quando lo fanno, hanno meno probabilità di trovare un'occupazione qualificata.
L'ambiente lavorativo in rapida evoluzione, rende sempre più difficile per i professionisti sviluppare le competenze necessarie per ricoprire i ruoli richiesti oggi. Per colmare queste lacune, è necessario dare la priorità ai programmi di istruzione e alla formazione sul posto di lavoro.

Inoltre, bassi tassi d'interesse e un'economia globale stabile sono fondamentali per favorire gli investimenti in tecnologia e infrastrutture al fine di aumentare la produttività. Infine, va promossa la diversità in tutte le sue forme.
"Il report di quest'anno evidenzia, come era già successo in passato, un crescente squilibrio tra domanda e offerta di competenze. Oggi i datori di lavoro faticano a trovare professionisti con le giuste skill per ricoprire determinate posizioni e questa tendenza è destinata a crescere di pari passo con il progresso tecnologico, soprattutto per quanto riguarda campi come l'intelligenza Artificiale e il Machine Learning", ha commentato Alistair Cox, CEO di Hays. "Inoltre, dal report sono emersi segnali preoccupanti in merito alla crescita della produttività globale e all'aumento delle retribuzioni. La produttività lavorativa ha subito una battuta d'arresto a causa della mancanza di investimenti da parte delle imprese in nuove tecnologie e infrastrutture a seguito della crisi finanziaria.
Siamo a un punto cruciale - conclude Cox - ed è necessario mettersi in moto per risolvere questi problemi nel breve termine, evitando che la crisi delle competenze diventi incontrollabile, costringendo il mercato del lavoro ad una ricerca sempre più last minute dei professionisti maggiormente qualificati a livello globale".



Guardando al nostro Paese, secondo Carlos Soave, Managing Director, Hays Italia (nella foto), "le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate e il numero di persone impiegate è quasi tornato al valore del 2008. Tuttavia, il tasso di occupazione rimane basso, al 58% rispetto ad altri Paesi europei. Il tasso di disoccupazione è sceso dal picco della crisi (da poco inferiore al 13% a circa l'11%), ma rimane una preoccupazione importante dato che il 33% dei giovani non ha un lavoro e appena il 20% di quelli del Sud Italia è occupato. La crescita dei salari reali dovrebbe riprendersi quest'anno, aumentando la pressione salariale verso i normali livelli storici, mentre la sua crescita nei settori ad alta specializzazione è accelerata. Il calo dei tassi di partecipazione ha contribuito a un aumento della pressione sul mercato del lavoro e i tassi di partecipazione giovanile rimangono ai minimi storici".


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