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15/11/2017

economia

Mercati Emergenti: continua il trend positivo per le azioni. Incertezze per bond e valute

Secondo il team di Raiffeisen CM, salvo imprevisti (come un rischio geopolitico) nei prossimi 6-12 mesi si dovrebbe trovare un contesto molto favorevole. Focus su Russia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca

L'indice MSCI EM in generale ha segnato il passo (-0,5%), mentre i mercati azionari sviluppati hanno guadagnato il 2% circa. Di conseguenza, è stata la prima volta quest'anno che l'eccezionale performance delle azioni dei paesi emergenti (EM) è stata interrotta. Ma si dovrebbe anche evitare di dare troppo peso a questo fatto, poiché i flussi di capitale verso gli Emerging Markets continuano.
Bisognerà essere prudenti solo quando ciò si trasformerà in una tendenza prolungata. Rispetto all'inizio dell'anno, l'indice azionario dei Paesi emergenti segna un guadagno del 25%, molto di più dell'indice globale (+14%).
Il consolidamento delle azioni degli EM è stato accompagnato da una leggera ripresa del dollaro USA e un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato USA.
Se questo trend dovesse continuare, nei prossimi trimestri potrebbe causare, da un lato, rendimenti dei titoli di Stato USA maggiori e un dollaro più forte; entrambi sarebbero piuttosto negativi per le azioni e le obbligazioni nonché le valute dei Paesi emergenti.
Dall'altro, gli effetti congiunturali positivi e i conseguenti aumenti degli utili delle società dovrebbero favorire i mercati azionari.

In generale bisogna sottolineare che gli aumenti dei corsi sui mercati azionari finora vengono ampiamente supportati da utili societari più alti. Nonostante il rally dei corsi, le valutazioni azionarie sono, dunque, cambiate solo poco. A meno che non si presentino dei problemi imprevisti, per esempio, da parte della politica, nei prossimi 6-12 mesi dovrebbero trovare un contesto molto favorevole specialmente i mercati azionari. Per le obbligazioni e valute dei paesi emergenti potrebbe svilupparsi qualche difficoltà soprattutto nel corso dell'anno venturo.

Russia: economia in ripresa anche grazie all'aumento del prezzo del petrolio in settembre

L'economia russa continua a riprendersi e l'agenzia di rating Fitch ha intanto confermato il rating investment grade della Russia, alzando l'outlook da "stabile" a "positivo".
Il debito estero della Russia è modesto e ultimamente è addirittura calato leggermente; da questo punto di vista al momento ci sono dunque ben pochi motivi di preoccupazione, nonostante la politica delle sanzioni occidentali. Ci sono tuttavia pressioni per consolidare il bilancio dello Stato: per ridurre il deficit è urgente versare denaro nelle casse tramite tagli alla spesa, privatizzazioni e tassazione delle esportazioni di materie prime.

Anche il fondo di riserva, che occupa un ruolo stabilizzante estremamente importante per poter resistere nonostante le sanzioni economiche occidentali, avrebbe urgentemente bisogno di essere ricolmato. In questo contesto è molto utile che la fuga dei capitali negli ultimi due anni si sia notevolmente ridotta. A settembre è stato inoltre senza dubbio positivo per l'economia della Russia l'aumento del prezzo del petrolio che ha toccato un nuovo massimo degli ultimi due anni. Di conseguenza si è apprezzato anche il rublo. L'indice MICEX di Mosca ha ampliato i suoi guadagni di agosto e ha chiuso con quasi il 3% in più.

Paesi CE3

Polonia
A settembre l'inflazione in Polonia sembra aver superato la soglia del 2% ed è stata così superiore alle aspettative degli analisti. È accompagnata da una forte crescita della produzione industriale, vendite al dettaglio in netta espansione e un clima molto ottimista nell'economia. Il relativo indicatore di sentiment infine ha toccato un nuovo massimo degli ultimi nove anni. FTSE ha annunciato che a fine 2018 non includerà più il mercato azionario polacco tra i paesi emergenti, ma lo considererà un mercato sviluppato.


La maggior parte degli investitori utilizza la classificazione di MSCI e questo finora non ha fatto nessun relativo accenno in merito. Nonostante ciò, l'annuncio di FTSE è sicuramente da valutare in modo molto positivo per il mercato polacco.

Ungheria
In Ungheria la banca centrale ha tradotto in fatti i suoi annunci di agosto e ha abbassato il tasso per i prestiti overnight dello 0,1% portandolo a meno 0,15%. Il tasso guida, invece, è rimasto invariato allo 0,9%. Allo stesso tempo, la banca centrale ha abbassato la previsione sull'inflazione per l'anno prossimo dal 2,8% al 2,5%.

Repubblica Ceca
La crescita economica nel secondo trimestre nella Repubblica Ceca è stata rivista al rialzo ancora una volta, al 4,7% p.a. La banca centrale ha lasciato comunque invariato il tasso guida, ma diversi membri del comitato della banca centrale hanno votato a favore di un aumento dei tassi dello 0,25%. A settembre, i mercati azionari della regione ha perlopiù registrato delle perdite. Gli indici azionari polacchi e ungheresi hanno ceduto poco più del 2%. Contrariamente a questo trend, i corsi a Praga hanno, tuttavia, guadagnato oltre il 2%

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