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17/05/2017

economia

Una fase di bull market mai vista

Roose (Degroof Petercam AM): sono ben otto anni che i mercati sono in una fase rialzista seppur con importanti distinguo a livello geografico

Le politiche espansive delle banche centrali e l'ampio piano di investimenti lanciati dalla Cina hanno rappresentato in questi ultimi anni degli stimoli non convenzionali che hanno supportato l'andamento sia dei mercati azionari sia di quelli obbligazionari negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa. Guardando al mercato azionario, sono ben otto anni che i mercati sono in una fase rialzista seppur con importanti distinguo a livello geografico: gli Stati Uniti hanno registrato un +280% dai minimi di marzo 2009 e non hanno mai sperimentato una correzione superiore al 20%. Lo stesso non si può dire per i mercati europei e giapponesi o per l'azionario dei mercati emergenti che lungo la loro strada hanno alternato momenti di euforia a fasi più difficili.
In questo contesto, quali le mosse da considerare? È tempo di adottare strategie difensive o di continuare a puntare su nuovi rialzi?
Innanzitutto si dovrebbe stare alla larga dalle dichiarazioni ad effetto. I benefici derivanti dalle politiche di Trump - che siano implementabili o meno - sono già stati prezzati dai mercati azionari statunitensi.

Inoltre, ci sono segnali di eccessiva euforia in Cina se si guarda ai prezzi degli immobili o all'esplosione del credito. Il rischio di più alte barriere protezionistiche - un fattore negativo per chi guarda ai mercati emergenti - sta crescendo sempre più.
Guardiamo con favore all'Europa e al Giappone. Per la prima volta dopo molti anni, le stime sugli utili così come la fiducia delle imprese sono in territorio positivo, come rilevano recenti analisi. Una conferma ci giunge anche dai capi azienda con i quali, come casa di gestione, abbiamo un dialogo aperto e costante. In queste aree geografiche le valutazioni sono interessanti rispetto a quelle degli Stati Uniti e le attività di fusione si stanno intensificando. In un contesto in cui, sebbene l'anno scorso si siano registrati risultati elettorali inattesi e pro-populismo, non c'è stata una vittoria dell'estrema destra francese. Una volta terminata la fase di incertezza legata all'esito della tornata elettorale francese, gli investitori internazionali torneranno a sedersi intorno al tavolo.
In Europa, nel dettaglio, apprezziamo le aziende a piccola e media capitalizzazione che hanno l'opportunità di mettersi in pari con quelle degli Stati Uniti.

Queste realtà potranno beneficiare di condizioni sul credito più favorevoli e di uno scenario orientato alla crescita. Sulle azioni legate ai dividendi, suggeriamo di operare in maniera intelligente: storicamente, quando i tassi di interesse sono in rialzo, le strategie focalizzate su quelle società che pagano dividendi stabili o in crescita solitamente performano meglio di quelle incentrate sui più alti rendimenti da dividendi.
In Giappone, la reddittività del capitale è in miglioramento mentre negli Stati Uniti è già ai massimi livelli. Bilanci aziendali solidi, presidi di corporate governance in miglioramento, piani di acquisto di azioni proprie in aumento, le caratteristiche difensive di molte società e le loro valutazioni attraenti sono tutti fattori positivi a supporto di questo mercato azionario.
In definitiva, consideriamo appropriato un approccio più difensivo, portando denaro fuori dagli Stati Uniti per favorire i segmenti di mercato menzionati in precedenza. Dato un orizzonte temporale di lungo periodo, gli investitori potrebbero prendere in considerazione una scommessa sui temi legati alla crescita secolare che continueranno ad espandersi indipendentemente dai cicli di mercato.


Temi che includono il settore della salute e benessere, quello dell'automazione e dei veicoli elettrici - dove il Giappone è molto presente - o l'effetto "rete", tipico di quei prodotti o servizi che aumentano di valore se utilizzati all'interno di uno specifico network (come avviene con la messaggistica istantanea). Gli investitori dovrebbero aumentare le loro posizioni in veicoli di investimento sostenibili, ad esempio guardando a titoli di società con i più alti rating in campo ambientale, sociale e di corporate governance in quanto essi tendono ad essere meno volatili.

Alexander Roose, Head of International Equities Degroof Petercam AM
 


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