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19/10/2016

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Gli stipendi dei lavoratori italiani crescono del 2,5% (ma nessuno se ne e' accorto)

Monni (Willis Towers Watson): grazie ad una combinazione di aumenti retributivi e inflazione negativa, i dipendenti quest'anno hanno visto crescere il loro reddito, in termini reali, in misura maggiore rispetto a quelli del resto d'Europa

Per molti sembrerà difficile da credere, ma i numeri sono numeri: per il secondo anno consecutivo, i dipendenti italiani stanno beneficiando di un aumento del proprio salario in media del 2,5%. E' quanto emerge dall'ultima edizione dell'indagine annuale Salary Budget Planning di Willis Towers Watson. Lo studio, che include solo aziende del settore privato, evidenzia che questa crescita è stata favorita da un'inflazione negativa, pari a -0,2%, portando un'ulteriore crescita in termini reali.
Un po' in tutta Europa gli stipendi sono cresciuti: Francia e Olanda con percentuali simili all'Italia, di Regno Unito, Norvegia e Germania con incrementi tra il 2,8 e il 2,9% e Spagna, Svizzera e Portogallo di circa il 2%.
Secondo Rodolfo Monni, Responsabile Indagini Retributive di Willis Towers Watson, "grazie ad una combinazione di aumenti retributivi e inflazione negativa, i dipendenti italiani quest'anno hanno visto crescere il loro reddito, in termini reali, in misura maggiore rispetto a quelli del resto d'Europa".
Per L'Italia le prospettive in termini di aumenti salariali per il 2017 sono invariate in termini nominali, anche se l'aumento dell'inflazione ne diminuirà l'impatto in termini reali.

Situazione analoga in tutta l'Europa occidentale. Regno Unito, Norvegia e Germania avranno il percepito più alto con incrementi salariali in media dell'1,2%. Eccezione alla tendenza di aumento dell'inflazione è la Norvegia, l'unico paese in Europa occidentale in cui è previsto un calo dell'inflazione nel 2017.
Continua Monni: "sarà interessante vedere come le aziende reagiranno all'aumento dell'inflazione. Prevediamo ci sarà una riduzione del numero di beneficiari ed una maggiore enfasi sui riconoscimenti per top performer, talenti e detentori di competenze chiave. La mancanza di una chiara politica di differenziazione degli aumenti ha ricadute negative sui processi di attraction e retention, in particolare nelle aree dove la domanda supera l'offerta".


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