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12/10/2016

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Cresce il cybercrime ma le PMI italiane non lo temono abbastanza

Zampini (Zurich) la grande sfida con cui le aziende dovranno confrontarsi riguarderà innanzitutto l'implementazione di piani sempre più efficienti ed efficaci per la sicurezza delle reti e la salvaguardia dei dati

A livello globale le PMI nel mondo temono sempre più l'impatto di alti livelli di concorrenza sui margini (31%) e la contrazione della domanda (30%). Si rileva un forte aumento del rischio di minacce informatiche e danni alla reputazione nell'arco degli ultimi 4 anni: quasi triplicato il primo (11% vs 4%) e quasi raddoppiato il secondo (14% vs 8%). Questo è quanto emerge dalla quarta edizione del sondaggio internazionale di Zurich Insurance Group, effettuato negli ultimi 12 mesi da GfK Eurisko, sui rischi e le opportunità di business di un campione di oltre 2.600 Piccole e Medie Imprese in 13 Paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico.

Cybercrime e rischi informatici per le PMI italiane

Dalla Ricerca di Zurich emerge che le piccole e medie imprese italiane hanno mostrato una consapevolezza crescente nei confronti di attacchi informatici negli ultimi quattro anni. La percezione del rischio legato al cybercrime è cresciuta sensibilmente, passando dallo 0,8% al 10%, mentre il timore di attacchi alle reti informatiche è aumentato dal 3,2% al 14%.

Dati che riflettono lo scenario registrato dal Clusit, secondo cui il cybercrime è cresciuto del 30% nell'ultimo anno e sono aumentati del 39% gli attacchi con finalità di spionaggio informatico, con conseguenze per le imprese che vanno dalle richieste di indennizzo per la violazione di dati sensibili, alla perdita di reputazione fino all'interruzione dell'attività. Il numero di attacchi registrato è infatti il più alto dell'ultimo quinquennio, con circa 1.012 nel 2015 (contro gli 873 del 2014).
Tenere sotto controllo i sistemi informatici, è dunque diventato un tema strategico per le aziende, tanto più che, con l'adozione del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (GDPR), arriveranno nuovi e stringenti adempimenti, oltre a significative sanzioni per le aziende che violeranno le prescrizioni, tra cui l'obbligo di rilevare e pubblicizzare il furto d'informazioni entro 72 ore dall'evento, pena sanzioni fino al 4% del fatturato aziendale.
Secondo Alessandro Zampini, Head of Financial Lines per Zurich in Italia, esperto di cyber risk, "ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni è soggetta al rischio cyber - qualsiasi processo produttivo è gestito e controllato attraverso sistemi informatici - e un attacco potrebbe determinare un'interruzione dell'attività con gravi conseguenze in termini di perdita di profitto.


E anche se negli ultimi anni le imprese stanno diventando più attente ai rischi informatici e più consapevoli degli impatti negativi di una cattiva gestione della sicurezza informatica, la strada è ancora lunga. Con il recepimento del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati (GDPR) da parte degli Stati UE entro il 2018 ed uno scenario caratterizzato da un forte aumento di minacce cyber in Italia nell'ultimo anno, la grande sfida con cui le aziende dovranno confrontarsi riguarderà innanzitutto l'implementazione di piani sempre più efficienti ed efficaci per la sicurezza delle reti e la salvaguardia dei dati. Ed è proprio in questa direzione che Zurich si vuole muovere, cercando di aiutare a comprendere meglio tali tipologie di rischio, così da permettere loro di poter rispondere tempestivamente alle minacce informatiche".


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