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13/01/2016

economia

Non ci sara' una svolta ciclica in grado di arrestare la crescita mondiale

Kreuzkamp (Deutsche AWM): sono cambiati i driver, che adesso vedono i mercati sviluppati che stanno recuperando terreno rispetto a quelli emergenti, i settori trainati da consumi e servizi che superano gli industriali, e i mercati domestici crescono più rapidamente delle esportazioni

Siamo tuttora convinti che non ci sarà una svolta ciclica, anzi il nostro target di crescita globale per il 2016 è leggermente inferiore al dato del 2015. Ciò che è cambiato, però, sono i driver della crescita: i mercati sviluppati stanno recuperando terreno rispetto a quelli emergenti, i settori trainati da consumi e servizi superano gli industriali, i mercati domestici crescono più rapidamente delle esportazioni.
Questo scenario si riflette sulle nostre view relative all'azionario, che si conferma la nostra asset class preferita. Favoriamo i mercati sviluppati e i settori salute, tecnologia, consumi e finanziari, anche se le moderate aspettative di aumento dei prezzi e l'elevata volatilità potrebbero occasionalmente deludere gli investitori nel 2016.
Nel complesso, gli investitori continuano ad avere opinioni differenti circa la necessità di un rialzo dei tassi della Fed e la vulnerabilità dei singoli mercati. Il denaro facile è andato a vantaggio di molti, come dimostrano il drastico aumento del debito dei mercati emergenti, i volumi record delle operazioni di M&A con valutazioni prossime ai massimi storici e un indebitamento che sfiora livelli da record nel caso delle società statunitensi.


Verso la fine del 2016 i prezzi del petrolio e il mercato del lavoro USA potrebbero inoltre spingere l'inflazione oltre le aspettative. Molti operatori di mercato confidano comunque nella capacità di reazione della Fed alle risposte del mercato, ma l'eccessiva anticipazione delle previsioni può portare gli investitori e le banche centrali a perdere di vista i fondamentali. Questo ci riporta alla strategia di investimento per il 2016.
Ancora una volta il "buy and hold" non è un'opzione, in quanto i mercati potrebbero occasionalmente scostarsi dai fondamentali. Gli investitori devono reagire dinamicamente, non c'è tempo per annoiarsi.
Sette anni dopo l'inizio della Grande crisi finanziaria i mercati sono entrati in una fase matura, di conseguenza a partire dal 2016 i rendimenti complessivi non dovrebbero superare il 4-6%, mentre sussiste un rischio più elevato che i rendimenti annuali diventino facilmente negativi.
Alla luce delle valutazioni azionarie non ravvisiamo un grande potenziale di ulteriori rialzi per i rapporti prezzo/utili (P/E), pertanto la nostra view positiva sulle azioni si basa sulla moderata crescita attesa per gli utili e sui dividendi.

La crescita degli utili dovrebbe riguardare in particolare le società di successo nei settori tecnologia, salute, finanza e consumi, mentre i dividendi guadagnano sempre maggiore importanza: per il 2016 si prevede un livello record di distribuzioni su scala globale. In un contesto di tassi di interesse molto bassi o negativi, un dividendo mediano atteso del 2,5% risulta allettante.
L'incidenza dei dividendi sui rendimenti azionari complessivi è destinata ad aumentare nei prossimi anni, in quanto il potenziale di rialzo delle quotazioni è diminuito rispetto agli anni precedenti. Confermiamo la nostra preferenza per le azioni dei mercati sviluppati.
Nel 2016 i bassi prezzi delle materie prime e la decelerazione della crescita cinese potrebbero penalizzare ulteriormente molti mercati emergenti. All'interno di Stati Uniti, Europa e Giappone non abbiamo tuttavia particolari preferenze: nel 2016 la crescita degli utili dovrebbe raggiungere livelli simili in queste tre regioni e risultare meno influenzata dalle oscillazioni valutarie rispetto al 2015. Nel 2016 il nostro focus sarà quindi più incentrato sulla selezione di titoli e settori che non sulle allocazioni regionali.


Il costante processo di digitalizzazione produrrà nuovi vincitori, che gli investitori azionari potranno trovare soprattutto nel settore tecnologico. Le recenti correzioni dei prezzi dei farmaceutici offrono selezionati punti di ingresso per partecipare ai progressi della ricerca sul cancro, mentre i finanziari dovrebbero trarre vantaggio dalla mossa sui tassi della Fed.
Vediamo alcune asset class particolari:

Stati Uniti
Sulle azioni statunitensi confermiamo una posizione tattica neutrale. Riteniamo che la crescita degli utili supererà il punto di minimo verso la fine del 2015, in quanto le condizioni avverse causate quest'anno dallo slittamento dei prezzi del petrolio e dalla forza del dollaro USA dovrebbero attenuarsi nel 2016. D'altro canto le valutazioni correnti e i dati trimestrali eterogenei non sono riusciti, finora, a dare nuovo slancio.

U.S. Treasuries (10 anni)
Lo scenario a breve termine appare favorevole per i Treasury USA, in quanto i mercati stanno già scontando il primo rialzo dei tassi della Fed. Dopo l'atteso aumento iniziale di dicembre la Fed dovrà valutare l'impatto di questa mossa sui mercati e sull'inflazione, pertanto il tasso sui Fed Funds rimarrà probabilmente contenuto per un periodo piuttosto prolungato.




EUR vs. USD
Riduciamo a neutrale il nostro posizionamento tattico sull'EUR/USD. I mercati hanno già ampiamente scontato l'orientamento più restrittivo della Fed e più accomodante della BCE a partire da metà novembre, inoltre l'euro è una valuta di finanziamento ancora interessante per gli investitori in un contesto di maggiore propensione al rischio.

Informatica (azioni)
L'informatica si conferma un altro dei nostri settori preferiti. Il potere di definizione dei prezzi delle società IT rimane invariato, in particolare nel segmento software (cloud computing, big data, internet mobile). "Cloud computing" e "big data" non sono più solo una moda, bensì driver che alimentano fatturati da diversi miliardi di dollari. I segmenti più deboli come l'hardware sono in parte sostenuti dalle attività di M&A.

Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche AWM


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