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04/06/2014

economia

Alla ricerca di rendimenti in tempi di bassa inflazione

Melman (Edmond de Rothschild): Rimaniamo ottimisti sui mercati azionari con una preferenza per l\'Europa, seguita da Stati Uniti e, in misura minore, dal Giappone

Il mese scorso, abbiamo riflettuto sul significato del messaggio del FOMC nella riunione di marzo, chiedendoci fino a che punto la Fed stesse preparando gli investitori per il primo rialzo dei tassi. Per noi, questa è stata una questione importante, dato il ruolo ultra accomodante che al politica monetaria statunitense ha continuato a giocare come indicatore sulle valutazioni di mercati azionari e obbligazionari. Diversi membri della Fed, tra cui il suo presidente, sono cambiati dal primo gennaio e, in un contesto di discussioni feroci, la sua comunicazione è stata più difficile da leggere rispetto al passato.
Tuttavia, sembrerebbe che Janet Yellen sia veramente preoccupata per la bassa inflazione globale. Di conseguenza, i tempi di rialzo del primo tasso di interesse, previsto per la metà del 2015, ora sembrano più subordinati ai dati futuri rispetto a prima. La percezione che la stretta monetaria non sia ancora un affare chiuso, ha quindi ridotto significativamente le preoccupazioni degli investitori su tassi più elevati. Allo stesso tempo, un taglio del tasso da parte della BCE è ancora un argomento valido.


In primo luogo, l\'inflazione ha continuato a calare nella zona euro e il rimbalzo atteso nel mese di aprile dallo 0,5% allo 0,7% su base annua, era in realtà meno di quanto stimato. In secondo luogo, il ripiego del surplus di liquidità bancaria, a causa di massicci rimborsi LTRO, ha iniziato a creare tensione sui tassi overnight (EONIA). Ora sono saliti di 25 punti base in soli due mesi, un grande cambiamento che rischia di indurre una reazione della banca centrale.
Quando tutto sarà detto e fatto, con una ripresa economica nei paesi sviluppati, la percezione del comportamento della Fed e della BCE dovrebbe essere favorevole per le attività di rischio.
La crescita statunitense è stata praticamente nulla nel primo trimestre, ma i dati più recenti suggeriscono che la crescita stia accelerando dopo lo stallo all\'inizio dell\'anno, durante la particolarmente grave ondata di freddo. In Europa, la notizia sorprendente è che la ripresa non è “morbida” come previsto, in particolare nei Paesi che solo pochi mesi fa stavano ancora lottando. Spagna e Portogallo hanno indicato la strada e ora dati PMI italiani hanno messo in scena un rimbalzo vigoroso.

E sui mercati azionari, un\'impennata in operazioni di M&A può aumentare soltanto l\'appetito per i titoli azionari. Abbiamo, di conseguenza, mantenuto la nostra visione ottimistica sui mercati azionari, con una preferenza per l\'Europa, seguita da Stati Uniti e, in misura minore, Giappone. Siamo ancora più neutrali sulle azioni dei mercati emergenti. Anche se le valutazioni sono ancora piuttosto attraenti, e la ripresa nei paesi sviluppati comporta un miglioramento delle prospettive per i loro mercati, il peggioramento degli outlook sulla Cina ci hanno portato ad ad avere un atteggiamento prudente.
Nel reddito fisso, continuiamo ad essere significativamente sottopeso sui Treasury degli Stati Uniti e altrettanto sottopeso, seppur in misura minore, sui titoli di stato francesi e tedeschi. Noi preferiamo le obbligazioni high yield europee e debito periferico, anche se le loro valutazioni sono ora non terribilmente attraenti; così come riteniamo che la politica della BCE ed i fondamentali europei estendano la luna di miele di sui queste classi di attività stanno godendo. Anche così, il mese scorso abbiamo leggermente ridotto le nostre valutazioni sulle obbligazioni ad alto rendimento perchè il mercato era diventato costoso.




Benjamin Melman, Head of Asset Allocation and Sovereign Debt di Edmond de Rothschild


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