Business Community Magazine - Agosto 2010
Titoli obbligazionari: la parola
chiave è differenziare
Limitare l’investimento a emittenti sani e distribuirlo anche su
diversi settori, per godere delle opportunità ancora presenti
La paura del default greco
ha innescato un movimento,
dapprima improvviso e
imprevisto, poi lento e
graduale, di allargamento
degli spread dei debiti
governativi dell’area Euro
che ha reso quasi attraenti
investimenti obbligazionari
di debitori scadenti rispetto
all’attuale benchmark della
massima qualità costituito
dal debito tedesco. “In
tal senso è a mio parere
opportuno
operare delle
distinzioni
tra i debitori
statali più
scarsi e
non farsi
ingannare
dai premi
pagati, in
molti casi
ancora
troppo bassi
rispetto al
rischio degli
emittenti
– dichiara
Vittore
Greggio,
Direttore e
Senior Fund
Manager
di Banca
Zarattini
& Co. -.
L’esempio più evidente,
il debito statale greco
appunto, mostra uno spread
solo apparentemente
altissimo, oltre il 7% a dieci
anni, ma sottende altissime
probabilità di default e/o di
uscita dall’euro: nonostante
gli aiuti internazionali
e la terribile stretta alla
spesa pubblica, con moti
violenti nelle piazze, lo
spread si è quietamente
portato a ridosso del
livello raggiunto all’apice
della crisi. Dall’altro lato
dello spettro dei peggiori
appare, per ora e speriamo
a lungo, il debito italiano,
che oggi offre un premio
decente con un livello di
rischio che non sembra per
il momento preoccupante.
In generale è bene, in
periodi di incertezza se
non di vera e propria
turbolenza come quelli
che stiamo indubbiamente
attraversando, concentrarsi
solo sui migliori debitori
– Germania e Francia - e
lasciare perdere le zone di
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