Business Community Magazine - Agosto 2010
i mercati del lavoro in
maniera approfondita nel
proprio World Economic
Outlook. Il grafico 3
dell’FMI scompone la
variazione del tasso di
disoccupazione durante la
recessione e spiega perché
è aumentato. Possiamo
vedere che l’aumento
della disoccupazione a
livello globale può essere
ampiamente spiegato con la
diminuzione della crescita”.
Anche l’arresto dei prezzi
delle case e la crisi
finanziaria hanno avuto un
forte impatto sui tassi di
disoccupazione. L’impatto
è stato maggiore in Paesi
come la Spagna e l’Irlanda,
dove gli eccessi del mercato
immobiliare hanno portato
alla crisi, come risultato
del credito facile e dei
bassi standard applicati
per la concessione dei
mutui. “Questi prestiti di
bassa qualità non si stanno
ritorcendo soltanto contro
le banche – conclude Doyle
- ma anche contro i Paesi
in cui queste operano.
Nazionalizzandone i
debiti, i governi hanno
messo in pericolo le
proprie finanze, facendo
salire alle stelle il rapporto
debito/PIL e creando la
crisi del debito sovrano
a cui abbiamo assistito
quest’anno. Sappiamo che
il maggior impulso al tasso
di disoccupazione è la
crescita economica. Visto
che il maggior impulso alla
crescita sono i consumi, è
probabile che nei prossimi
due anni si assista a un
permanere di tassi di
disoccupazione elevati. In
un ambiente come questo,
la BCE ha fatto bene ad
abbassare i tassi d’interesse
ai minimi storici e i governi
europei hanno fatto bene
ad ampliare la propria
politica fiscale”. L’FMI
conclude che “in Paesi dove
il tasso di disoccupazione
resta elevato e l’economia
opera sotto il potenziale,
gli stimoli politici restano
garantiti”. Tuttavia, con i
mercati che richiedono ai
governi di implementare
misure d’austerità e tagli
dei costi nei prossimi
anni, una politica fiscale
espansionistica non sarà più
accettata. Sembra, quindi,
che l’Europa dovrà abituarsi
a un periodo di elevata
disoccupazione, consumi
sotto trend e debole crescita
economica.
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