Cantina Laluce, il cuore del Vulture - Vinitor sapiens
Laluce (Cantina Laluce): la storia di un'azienda agricola che unisce tradizione e innovazione, con forte concentrazione in Italia
La Basilicata è una regione che sorprende, soprattutto nel settore vitivinicolo. Tra le tante realtà meritevoli di menzione, spicca l'Azienda Agricola La Luce, la cui storia inizia all'inizio del 1900 con l'acquisto di poderi da parte del bisnonno di Maddalena Laluce. L'azienda è situata a Ginestra, tra Barile e Venosa, nel cuore del territorio del Vulture.
Un cambio di passo significativo si verifica nel 2001, quando l'azienda passa nelle mani del padre di Maddalena, Michele Laluce, che ne supervisiona ogni aspetto, dalla vigna alla commercializzazione del vino. "Il cambio di passo data 2001, anno in cui l'Azienda passa nelle mani di mio padre Michele tenendone saldamente le redini e supervisionando con una maniacalità che amo definire positiva, ogni processo produttivo, dal lavoro in vigna fino alla commercializzazione del vino", racconta Maddalena.

Con circa sei ettari vitati a 400 metri sul livello del mare, su suoli vulcanici ricchi di argilla e calcare, l'aglianico è il vitigno principale, affiancato da malvasia e moscato. L'azienda si impegna per una produzione naturale, nel rispetto dell'ambiente e dell'ecosistema, ricorrendo al sovescio e utilizzando rame, zolfo e concimi solo quando necessario. "Siamo molto attenti affinché la produzione sia il più possibile naturale nel massimo rispetto di ambiente, natura ed ecosistema. Per questo ricorriamo alla pratica del sovescio (una concimazione vegetale che consiste nell'alternare la coltivazione di normali colture a coltivazioni di famiglie vegetali specifiche che presentano particolari caratteristiche, permettendo così l'aumento della fertilità del terreno, ndr), usando rame, zolfo e concimi solo ed esclusivamente quando necessario", spiega Maddalena. La sorella Donatella collabora in vigna e cantina con il padre Michele.
La cantina produce circa 40.000 bottiglie l'anno, l'80% vendute in Italia e il restante negli USA, in Giappone e nel Nord Europa. "Vogliamo, e dobbiamo, privilegiare la qualità alla quantità, motivo per il quale la produzione resta costantemente a questi livelli ma ciò che non regredisce è la qualità delle uve, sempre la migliore", ricorda Maddalena. Le etichette richiamano la tradizione vitivinicola del territorio: Le Drude, Lo Zimberno (l'Aglianico del Vulture), S'Adatt, Morbino (l'unico vino bianco) e Papavero (un rosato).
Michele Laluce utilizza pannelli fotovoltaici per ridurre l'impatto energetico. "Per la vinificazione utilizziamo vasche di acciaio inox termoregolate mentre la successiva fase di invecchiamento può avere luogo sempre in acciaio oppure in botti di rovere di varia capienza e tipologia", ricorda Maddalena, enologa dell'azienda. Lei e le tre sorelle lavorano all'attività, affiancate da una fattoria didattica e un'offerta enogastronomica.
Il futuro guarda alla dedizione, al lavoro, alla fatica e alla sensibilità al cambiamento. Con un occhio alle bollicine, una sfida che la famiglia Laluce saprà sicuramente vincere.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione