Dazi Usa, la Cina reagisce: focus su consumi interni e sostegno al lavoro
Analisti KraneShares: la Cina risponde ai dazi Usa con stimoli interni e supporto all'occupazione, mirando a ridurre la dipendenza dalle esportazioni
L'escalation dei dazi statunitensi, non solo verso la Cina ma a livello globale, segna un inizio difficile per le trattative. La reazione cinese ai dazi imposti dagli Stati Uniti è stata ferma, secondo gli analisti di KraneShares.
La Cina, come dimostrato nella prima guerra commerciale, si conferma un Paese orgoglioso. Pechino ha dichiarato di non accettare i dazi e risponderà agli Stati Uniti. Tuttavia, la Cina non ha reagito portando i dazi allo stesso livello statunitense, il che suggerisce che la porta per i negoziati rimane aperta.
La capacità di ritorsione della Cina deriva dalla sua minore dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti rispetto a quanto si possa pensare. Il picco delle esportazioni (complessive) in percentuale del PIL è stato registrato nel 2006, con un valore del 36%, sceso al 19% nel 2023. Oggi, solo il 2,3% del PIL cinese dipende dalle esportazioni verso gli Stati Uniti.

Una conseguenza dei dazi di Trump è l'accelerazione dell'agenda politica cinese. Un elemento chiave è il pacchetto di stimoli per i consumi, annunciato a marzo durante la riunione dell'Assemblea Nazionale del Popolo, che ha posto i consumi al centro dell'attenzione.
Secondo gli analisti, l'obiettivo principale della Cina è sostituire quel 2,3% del PIL derivante dalle esportazioni verso gli Stati Uniti concentrandosi sull'economia interna, un obiettivo raggiungibile grazie agli strumenti monetari a disposizione del Paese.
Gli incontri di Xi Jinping con gli imprenditori privati cinesi, che contribuiscono all'80% del mercato del lavoro cinese, rappresentano un segnale dell'impegno del governo di Pechino a sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro per rafforzare l'economia interna