
Gigi Beltrame
L'umano, l'AI e il futuro del business
L'AI generativa è accessibile a PMI per nuove strategie e può copiare le grandi aziende
La convergenza tra le capacità umane e l'intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere per le aziende.
Settimana scorsa ero all'evento di Microsoft, AI tour, e si palpava fisicamente la voglia di sperimentare e finalmente usare l'intelligenza artificiale.
Il problema è che non si tratta di mettere dentro l'azienda della tecnologia, ma piuttosto di far collaborare le macchine con gli umani. La cosa non è pe niente banale e non è solo filosofica.
Ogni progetto che ho visto nell'ultimo periodo, e sono davvero tanti, parte da due verbi: provare e formare.
Le aziende, se vogliono usare l'AI, nei modi più disparati, devono investire in programmi mirati che insegnino ai dipendenti come interagire efficacemente con l'AI, trasformando una potenziale barriera in un'estensione delle proprie capacità. A fine 2023 scrivevo il libro "Siamo umani con i superpoteri grazie all'AI", le cose non sono molto cambiate da allora, ovviamente tranne l'adozione e l'innovazione.

Nel momento in cui arrivano gli agenti di AI, che svolgono mansioni, diventa importante governarli, comprenderli e correggerli.
Un mix di competenze vecchie, le mansioni che si svolgevano, e quelle nuove, come usare questi strumenti, che dati dare in pasto ai sistemi e i prompt.
Ma la formazione deve essere fatta in maniera diversa: da un lato approfondimenti, diciamo tradizionali, e formazione rapida in caso di necessità.
Se tante aziende hanno sviluppato una strategia per implementare l'AI, lato formazione vedo poca prospettiva, pensando che basta un corso per iniziare. Questo è un mondo che in due anni e mezzo (anche se è meno) è cambiato molte volte: chi si è formato ad aprile 2023 oggi deve quasi ripartire dall'inizio.
Serve una strategia per la formazione dell'AI che segua percorsi differenti.
E non la vedo in giro.