
Gigi Beltrame
L'impatto dell'AI nell'economia attuale
All'AI Conference di Genova ho raccontato la mia visione dell'automazione (presente e futura)
Ho avuto l'occasione di partecipare all'AI Conference Genova 2025, un evento che, a giudicare dall'energia palpabile nella sala, ha permesso ai partecipanti di valutare le dinamiche di un settore in continuo cambiamento. Ho provato a parlare con particolare schiettezza, andandodritto al cuore della questione: l'impatto economico trasformativo dell'intelligenza artificiale generativa.
In fondo, ho adattato il discorso ad un pubblico fatto di aziende e personaggi politici e della pubblica amministrazione, a quello introduttivo che porto nelle scuole, nelle Università e nelle aziende.
Volevo che emergesse l'idea che la trasformazione digitale di cui tanto si parla non è un traguardo futuro, ma una fase dinamica che sta già rimodellando l'economia. L'esempio lampante è quello dei traduttori e dell'avvento di chatGPT. Se prima Google Translate aveva già reso accessibile la traduzione automatica di pagine web, la vera svolta è stata la capacità delle nuove IA di rispondere e interagire in molteplici lingue, aprendo nuove frontiere per l'e-commerce e la comunicazione globale.

Cambiando la professione per sempre!
Quindi, questa enorme opportunità che porta con sé l'AI ha un problema fondamentale: la standardizzazione. Se tutti possono accedere a queste tecnologie, il vantaggio competitivo si sposta. E qui entra in gioco un aspetto cruciale: la nostra capacità di comprendere e guidare queste macchine: l'AI sa estrarre dati rapidamente e con precisione, ma spetta a noi avere la "testa" per discernere se ciò che produce è intelligente o frutto di "allucinazioni".
Questa consapevolezza porta inevitabilmente a una revisione delle competenze necessarie.
Tutto questo prima dell'avvento degli agenti di intelligenza artificiale, software specializzati per compiti specifici. L'esempio di Microsoft che integra un agente AI per aiutare i medici nella redazione di referti e nella verifica delle ricette si collegava ad un intervento precedente al mio, ma ha suscitato molte riflessioni.
Ma la principale è sempre la stessa: il mantenimento dei posti di lavoro.
Dobbiamo prendere coscienza della natura "generale" di questa tecnologia, paragonabile all'elettricità, con la capacità di impattare su molteplici fronti.
La domanda cruciale che si pone è quali lavori faremo tra dieci anni? Con l'avvento di agenti specializzati in vendite, marketing, produzione e altro ancora, lo scenario lavorativo è destinato a trasformarsi profondamente. L'automazione sarà la forza trainante del cambiamento e la disponibilità di queste tecnologie a livello globale annulla di fatto il vantaggio competitivo basato sul "know-how" tradizionale.
Domande senza risposta, ma su cui riflettere.
La formazione continua, la capacità di adattamento e lo sviluppo di competenze che vadano oltre la mera esecuzione diventano elementi chiave per non essere travolti da un cambiamento che è già in atto e che promette di ridefinire il nostro modo di lavorare e di vivere.
Uscendo dalla bellissima sala del Comune di Genova, spero di aver lasciato questa sensazione: siamo all'alba di una nuova era, e la nostra capacità di comprenderla e di interagire con essa determinerà il nostro futuro.