L'essenza del Magliocco Canino, da sogno a realtà - Vinitor sapiens
Silipo (Comerci): la storia di una cantina calabrese, tra tradizione e innovazione
L'essenza del Magliocco Canino, da sogno a realtà. Il DNA e la passione per la vigna e la riscoperta di antiche tradizioni le ha nel sangue. La caparbietà con la quale persegue il suo sogno sono encomiabili, con quel pizzico di creatività che caratterizza il genio italico. Stiamo parlando dell'avv.to Domenicantonio Silipo, cui va il merito di aver riannodato una storia che data l'inizio alla seconda metà del 1800, con la Cantina Comerci, situata a Badia di Nicotera, piccolo centro in provincia di Vibo Valentia, sotto il Monte Poro, nel cuore viticolo della Calabria. Nicotera, oltre ai vini, vanta un altro curioso record: fu la sede della ricerca dell'antropologo e scienziato americano Ancel Keys che va sotto il nome di Dieta Mediterranea. Proprio qui lo studioso condusse, tra il 1957 e il 1969, lo studio pilota della Dieta Mediterranea di Riferimento che portò alla codificazione di questo importante regime alimentare, nel quale un bicchiere di vino proprio non stona!
L'azienda rinasce dalla volontà di Domenicantonio Silipo e dei suoi figli di riprendere l'azione di Francesco Comerci che la fondò alla fine del 1800. Se il principio ebbe inizio grazie alla tenacia di quest'uomo, la crescita dell'impresa sarebbe stata invece nutrita da una passione tutta femminile. Il futuro fu ipotecato su due nomi: Michelina e Rosina (nonna del nostro protagonista). Michelina, innamorata della potenza dell'ulivo; Rosina, la secondogenita, dalla generosità della vigna. Proprio lei prosegue la strada tracciata dal padre. Per ironia della sorte, Rosina si sposa con Domenicantonio Silipo, il bottaio del paese. Dalla loro unione nascono 7 figli. Particolarmente legata all'ultimo figlio Salvatore, nato pochi mesi prima della morte del marito, decide di eleggerlo erede delle terre e delle attività: del vino della famiglia.

Salvatore cresce e, divenuto avvocato, con sapiente e travagliata lungimiranza per sé e la sua famiglia, sceglie di emigrare, seguendo il destino di tanti altri suoi conterranei e uomini del sud di quell'epoca. Decide di stabilirsi in Emilia, trovandola approdo non dissimile dalla sua Calabria, proprio per il legame con la terra che lì era altrettanto forte. La sua partenza verso il nord non comporta l'abbandono delle vigne di famiglia. Salvatore affida in comodato tutte le proprietà a dei coloni, per poi recarvisi annualmente con la gioia di fare il vino e la voglia di trasmettere ai figli questa passione, ereditata come regola e insegnamento di vita.
Si giunge così a Domenicantonio Silipo, il figlio che porta il nome del nonno bottaio. A lui si deve la scelta di ricostruire l'azienda Comerci, un passo che sente di fare per onorare la storia della sua famiglia, anche se sono tanti i chilometri che tengono lontana l'Emilia Romagna da Nicotera. Dopo anni di programmazione e di condivisione con gli amici della vita e con i due figli, Francesco e Federico, decide di ricostruirla. Compra altro terreno e oggi l'azienda vanta una proprietà di quasi 30 ettari, di cui 15 a vigneto e il resto a oliveto. Persegue l'obiettivo di fare il vino dal Magliocco Canino lavorato in purezza, per assecondare la vocazione ampelografica del territorio e per continuare a produrre in linea con il gusto e la capacità evocativa del passato.
"La nostra produzione varia ogni anno, tra le 25-40mila bottiglie, in ragione della vendemmia. Siamo ben lontani dai volumi che si producono in altre zone d'Italia e questo ci obbliga ad una ricerca della massima qualità delle uve e a una lavorazione pienamente biologica", racconta Silipo. L'80% della produzione, tra bianchi, rosati e rossi, è destinata al mercato nazionale, mentre il restante 20% viene venduto negli Stati Uniti, Nord Europa, UK e Germania.
"La Calabria sta vivendo una fase di grande sviluppo nel settore enologico. Siamo una peculiarità anche dal punto di vista climatico. Siamo perpendicolari al Mediterraneo, con esposizione ai due mari, con una catena appenninica che crea le condizioni migliori per una coltivazione dell'uva", sottolinea.
Il cavallo di battaglia è certamente il Magliocco Canino, vitigno dalle molteplici potenzialità, con il suo naturale equilibrio tra morbidi tannini e acidità, quasi accentuati dall'affinamento in acciaio e vetro che lascia intatta l'essenza naturale del prodotto, espressione del territorio e del paesaggio. "Stiamo lavorando per ottenere una DOC Costa degli Dei, un risultato che darebbe ancor più smalto e vigoria alla produzione calabrese e del territorio vibonese in particolare", aggiunge.
Passando alle bottiglie più prestigiose, che si accompagnano a nomi di fantasia e richiami al dialetto locale, spiccano il Libici, versione in dialetto calabrese di Libeccio, nato dalla frequentazione di Capo Vaticano, borgo di uomini di marineria esperti dei venti più impetuosi; il rosato Granatu, melograno in dialetto locale (di diritto tra i 50 migliori rosati italiani secondo Slow Wine!). Per non parlare di Fantasia, ancestrale del Greco Bianco; Non Sense, ancestrale del Rosato; e ?A Batia, a base di Libici con 50 giorni a contatto con le bucce che lo rendono più delicato e avvolgente al palato. Il nome ?A Batia nasce dall'identificazione del luogo, Badia di Nicotera, e l'etichetta rappresenta i volti dei Santi cui erano dedicati due monasteri basiliani del luogo risalenti al 1400. Infine Refulu, altro vino di livello, definito dal grande giornalista Gianni Mura "Il bianco che non ha l'assillo della fretta".

"Guardando al futuro sono certo che i miei figli sapranno sviluppare la nostra produzione restando fedeli alla tradizione calabrese", chiosa Domenicantonio.
Per chi volesse, l'appuntamento al prossimo Vinitaly a Verona è al Padiglione Calabria (2 B5), e all'evento fuori salone al Ristorante Romeo a Verona, il 7 aprile p.v., dalle ore 19.00.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione