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04/11/2020

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Immuni e il fallimento dell'interazione uomo-macchina - Punto e a capo

La tecnologia non è perfetta, ci sono problemi, ma se poi si inceppa il fattore umano...

Interagire con le macchine non è una novità. Lo facciamo ogni volta che preleviamo in banca o che paghiamo, ma anche in mille altre cose, non ultimo l'assistenza tecnica di tanti servizi.
Quando hanno ipotizzato la realizzazione di Immuni, la principale preoccupazione è stata la diffusione dell'applicazione, credendo che il numero di dispositivi fosse un fattore critico.
Non mi addentro nel tema del funzionamento dell'App, visto che già precedentemente ho affrontato il tema del funzionamento del bluetooth, ma questa volta voglio parlare del fallimento dell'unione tra uomo e macchina.
Da anni racconto che l'uomo ha la possibilità di "aumentare" le proprie prestazioni grazie all'uso delle macchine, vuoi i robot per i muscoli, vuoi le intelligenze artificiali per la memoria o i calcoli.
Nel 2020 mi sembrerebbe incredibile anche solo pensare che una nuova applicazione non possa funzionare a causa di una mancanza di comunicazione tra uomo e macchina.
Eppure, Immuni non è efficace perché il sistema di registrazione e tracciamento dei contatti non viene aggiornato dalle persone addette.


Lungi da me ritenere che vi sia un dolo, voglio pensare che le lacune sia attribuibili al carico di queste persone.
Per questo motivo, un primo tracciamento si poteva fare attraverso sistemi automatici, dei risponditori come ce ne sono mille, per esempio quello di dettatura telefonica di un telegramma.
Ebbene, un contagiato potrebbe autonomamente inviare i dati dell'app e l'app potrebbe verificare che non vi siano errori attraverso un codice di un medico o del pronto soccorso da inserire nell'app stessa che poi, autonomamente poteva inviare l'informazione alle altre persone venute in contatto. Tutto semplice.
Si poteva prevedere anche un tracciamento dell'andamento della malattia, sperando eventuale, attraverso messaggi semplici e totalmente anonimi, per poi passare all'identificazione attraverso la prenotazione di un tampone.
Insomma, si poteva fare di più e meglio, soprattutto perché sono passati mesi e l'App è passata di mano a livello di programmazione.
Per i più anziani si poteva usare la voce, proprio come per i telegrammi.
Invece nulla, ci si è concentrati sul farla scaricare.



Peccato, perché nonostante i problemi, è meglio avere Immuni che funziona male che niente. Ma avere Immuni che praticamente non funziona equivale a non avere niente.
Un'occasione persa.

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