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04/03/2020

leisure

Purtroppo non è solo una questione di #smartworking - Punto e a capo

C'è chi se lo può permettere e chi non può. La tecnologia può molto, ma non tutto

Il nostro Governo ha varato immediatamente un decreto al fine di poter agevolare lo smartworking nelle aziende, pensandolo come una corretta prevenzione rispetto alla diffusione al nord del coronavirus.
Inutile sottolineare l'importanza di questo provvedimento per il cambiamento culturale sul lavoro, ma è altrettanto importante segnalare che la tecnologia, purtroppo, genera cittadini, e quindi lavoratori, di serie A e di serie B.
I primi, tipicamente colletti bianchi, possono stare a casa ed evitare occasioni di contagio durante il viaggio verso il lavoro e nel contatto con i colleghi e clienti, mentre a tutte le altre figure, da chi per esempio è impegnato nella produzione o nella logistica, piuttosto che in lavori con il pubblico questa opportunità è negata.
Non sto demonizzando nulla, sto solo ponendo in evidenza quando sostengo da anni, ossia che la tecnologia continua a creare opportunità e vantaggi ma ove non è utilizzata, o semplicemente non è possibile utilizzarla, si crea un mondo lavorativo con una velocità differente.


"Non si può bloccare la produzione del nord del Paese per due settimane, significherebbe un uno per cento del PIL", passare da uno zero virgola qualcosa, più o meno non conta, a un meno certo a fine 2020.
Il problema che vedo è l'ingiustizia sociale che si sta creando, un problema non banale che deve essere affrontato in maniera seria, non solo a livello italiano. Già oggi abbiamo un digital divide importante che deve essere colmato, ma abbiamo bisogno di rivedere il patto sociale a tutto tondo.
Ben vengano i decreti, ma è necessario un pensiero profondo sulla società, che non può essere fatto per rispondere ad urgenze, ma con la consapevolezza del mondo che vogliamo creare.
Va benissimo lo smartworking, ma dobbiamo ripensare totalmente il mondo del lavoro, con il dovuto rispetto per tutti. Purtroppo è una circostanza piuttosto grave che ci costringe a guardare con occhi diversi il mondo che viviamo e ha accelerato i tempi, ma era una conseguenza necessaria per ripensare alla mondo contemporaneo. PS Lo smartworking è una cosa differente rispetto al lavoro da casa, definito come telelavoro, ma per ora va bene così!
 

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