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20/02/2019

leisure

Punto e a capo - Ora e ovunque: un mantra che non è ancora entrato nel business

Il mondo va nella direzione del tutto, subito e ovunque, ma il business non è ancora pronto

Per il mondo consumer si parla ormai da anni del tutto e subito e da un po' è arrivato anche il concetto di ovunque.
Sono realtà semplici che sono entrate nelle abitudini delle persone.
Nel business non funziona ancora così. Vendere significa ancora avere un prodotto, metterlo in un magazzino, consegnare la merce e quindi arrivare alla vendita, con i dati che si perdono nel percorso e che devono essere consolidati.
Vale lo stesso procedimento con il digitale, con qualche passaggio in meno, ma i dati sui grandi numeri si preferisce averli consolidati piuttosto che in tempo reale.
Sarà per paura di comunicare l'andamento ai vari capi, sarà per una modalità di processi non propriamente trasparenti, sarà per colpa della chiave fiscale, ma c'è sempre un certo lasso di tempo che intercorre tra una vendita e la consapevolezza di averla fatta.
Eppure, nel 2019 possiamo dire che disponiamo di tutti questi dati in tempo reale, tutto è connesso e quindi questo spostamento temporale non avrebbe più senso di esistere.
Invece, mai come in questo periodo, si è visto che questo spostamento sia provvidenziale, proprio per sistemare i conti, piuttosto che, parlando della fatturazione elettronica, procrastinare di una quindicina di giorni il problema.


Molte aziende, non ancora perfettamente allineate ai processi di fatturazione elettronica, hanno sfruttato la finestra del versamento IVA per emettere fatture retrodatate in modo da tamponare il problema e avere il tempo di adeguarsi.
Eppure oggi che senso ha avere 16 giorni per versare l'IVA quando tutto è digitale e controllato? Il primo giorno del mese l'Agenzia delle Entrate avrà già la lettura precisa del dato, preciso al centesimo.
Un po' come accade nelle aziende in cui sono state adottate soluzioni di business intelligence, dove i manager e gli imprenditori hanno a disposizione dei "cruscotti" riassuntivi degli andamenti delle varie business unit.
L'intelligenza artificiale e gli algoritmi predittivi mettono lo spostamento della scala temporale assolutamente fuorigioco, non servirebbe più.
Eppure, per aggiustare le varie voci di bilancio al fine fiscale, ci si prende sempre del tempo. E non vale solo per il nostro Paese, vale per tutti.
La Borsa funziona sull'andamento delle azioni, che dipendono dagli umori dei mercati e, una volta ogni tre mesi, dai dati reali delle aziende.



Si comprende che è del tutto anacronistico questo modo di operare: le aziende dovrebbero conoscere la propria situazione giorno per giorno, di certo settimana per settimana e quindi mese per mese, mese mobile compreso, perché attendere il trimestre per fornire i dati ufficiali?
Non è solo per il bilancio e per le tasse, ma serve per alimentare il gioco che si scatena intorno alle valutazione di Borsa, le aspettative che si creano più o meno artificialmente.
Ma se tutti gli scambi verranno certificati da un ente terzo, come nel caso della fatturazione elettronica l'Agenzia delle Entrate, perché attendere? "La blockchain cambierà i processi di business" si dice in tanti convegni di questo periodo, ma non è altro che una certificazione, in pratica, se tutta la catena di un'azienda è certificata, perché attendere per avere i dati? Questi processi cambieranno la finanza.
Per sempre.


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