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03/10/2018

leisure

Ci salverà Adriano Olivetti

Può essere che una rivalutazione del capitalismo dal volto umano e sociale sia la strada per ridare un senso al tutto?

Ammetto di essere in difficoltà nel commentare l'interessante lavoro di Giulio Sapelli, "Oltre il capitalismo. Macchine, lavoro e proprietà", edito da Guerini e Associati.
Lo sono per moltissimi motivi: conosco l'autore, caro amico di mio padre; conosco l'editore, caro amico di mio padre; vi si parla di Adriano Olivetti, che non conobbi, ma il cui nome e le cui gesta manageriali e culturali, accompagnarono molti momenti della mia infanzia, in quanto i miei genitori lavorarono e si conobbero in Olivetti. Per non dire di Paolo Volponi, anche lui citato, ospite dei discorsi e dei salotti della mia gioventù.
Basterebbe questo per sostenere che ogni parola di questo breve commento sia frutto di un gorgo emotivo e viziata da un evidente conflitto e motivo.
Eppure sento il bisogno di dire alcune cose su questo testo. Ne condivido alcuni aspetti, come la critica al fatto che siamo in un mondo dove la tecnologia piaccia o no stringe e riduce il campo d'azione della persona. Con influssi anche sul lavoro.
Sono reduce da un week end dove ho seguito i lavori di un interessantissimo convegno a Milano sull'Intelligenza artificiale e le sue implicazioni nel campo della proprietà industriale.

Temi spesso sfuggenti, ma indicatori di quale potrebbe essere un futuro neanche troppo distante.
Fatico inoltre a delineare quali siano i mestieri che oggi uno studente di scuola media e di liceo, al termine del suo percorso formativo, potrà svolgere ma che oggi non esistono.
"Una nuova civiltà delle macchine appare all'orizzonte, una civiltà in cui lo 0,1% della popolazione possiederà le macchine, lo 0,9% le gestirà e il 99% sarà addetto al poco lavoro non automatizzato della grande impresa o giacerà nell'abisso della disoccupazione", recita il libro.
Ricordo che sul finire degli anni 90' ero indeciso io, con una laurea in scienze politiche, su quale fosse la mia strada professionale. Non oso immaginare quale sia oggi il disincanto, misto ad un comprensibile disorientamento, che pervada la mente e le ambizioni legittime di uno studente.
Può essere che una rivalutazione del capitalismo dal volto umano e sociale di Adriano Olivetti sia la strada per ridare un senso al tutto?
Il testo lancia questa proposta e Sapelli ne argomenta dettagliatamente le motivazioni e gli strumenti attraverso i quali perseguire questo nobile fine.



Quel che è certo, mi sia consentito, è un percorso complesso e non facile.

Titolo: Oltre il capitalismo. Macchine, lavoro, proprietà
Autore: Giulio Sapelli
Editore: Guerini e Associati
Pagine: 184

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