Questa accelerazione dei prezzi, secondo l'Istat, è dovuta principalmente all'aumento dei beni energetici regolamentati, che sono passati da un +3,9% a un +7,5%. Anche i beni energetici non regolamentati contribuiscono al rialzo, seppur con una flessione meno marcata rispetto ai mesi precedenti. Altri settori che hanno registrato aumenti significativi sono i beni alimentari lavorati e non lavorati, i beni durevoli, i servizi relativi ai trasporti e, in misura minore, quelli relativi all'abitazione e alle comunicazioni. L’aumento dei prezzi sta colpendo duramente le famiglie italiane, che si trovano a dover affrontare una spesa maggiore per i beni essenziali. Questa situazione crea preoccupazione soprattutto in vista delle festività natalizie, tradizionalmente un periodo di maggiori consumi.
Le preoccupazioni di Codacons e Assoutenti
Il Codacons stima che l'inflazione all'1,4% comporterà un aggravio medio di spesa di 460 euro all'anno per una famiglia tipo, che sale a 627 euro per una famiglia con due figli.
Particolarmente allarmanti sono i rincari nel settore alimentare, che secondo il Codacons peseranno per oltre 200 euro annui sulle famiglie. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, denuncia l'immobilismo del governo, che a suo dire non ha adottato misure sufficienti per calmierare i prezzi e contrastare le speculazioni. Anche Assoutenti lancia l'allarme, chiedendo al governo interventi urgenti per evitare un Natale troppo caro per gli italiani. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, sottolinea come i rincari alimentari stiano portando le famiglie a ridurre i consumi, con una diminuzione complessiva di 1,6 miliardi di euro nel 2024. Melluso chiede al governo misure ad hoc per far scendere i prezzi, soprattutto nel settore alimentare, in vista delle festività natalizie. Ma è in un bar che si percepisce davvero il peso di questi aumenti, dove il caffè, un rito quotidiano per molti, diventa un lusso.
Inflazione in risalita anche in Europa
L'Italia non è l'unico paese a fare i conti con l'aumento dell'inflazione. Secondo Eurostat, a novembre 2024 l'inflazione nell'Eurozona è salita al 2,3%, rispetto al 2% di ottobre. I valori più alti si registrano in Belgio e Croazia, mentre i più bassi in Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Italia e Slovenia. I maggiori contributi all'inflazione provengono dai servizi, seguiti da cibo, alcol e tabacco, beni industriali non energetici ed energia. L'aumento generalizzato dei prezzi nell'Eurozona evidenzia la complessità del contesto economico attuale, caratterizzato da incertezze e tensioni sui mercati internazionali.
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