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01/02/2023

leisure

Il peso degli investimenti diventa zavorra per le imprese

Il costo del denaro rischia di diventare un problema per lo sviluppo delle aziende italiane, soprattutto PMI

Attenzione, abbiamo un problema!
Non è una battuta, ma le aziende italiane stanno attraversando una fase molto complicata.
Se il clima economico è complicatissimo a causa dalle situazioni di incertezza che non vale la pena elencare nuovamente, c'è una preoccupazione enorme che coinvolge le imprese italiane, da sempre poco attente ad investire in ricerca e sviluppo.
Con l'aumentare dei tassi di interesse e l'aumentare dei costi con l'inflazione che ha deciso di galoppare, per intenderci, nella filiera del food si è sfondata la soglia del 20%(!), per le imprese è sempre più difficile fare quadrare i conti.
Quindi, nel momento in cui si devono ripensare gli investimenti, la ricerca e sviluppo, insieme a una quota di marketing, vengono sacrificati.
Non è un dettaglio da poco, perché entrambi gli investimenti sono fondamentali per delineare il futuro delle imprese.
Se la promessa della trasformazione digitale, che è un percorso e non un semplice cambiamento, permette di andare a recuperare efficienza e resilienza, non investire in nuove opportunità e nel determinare i mercati e i consumatori diventa un problema enorme che deve essere affrontato a livello sistemico.


Investire andando a farsi prestare i soldi da un ente creditore diventa un problema, perché tutto quanto deve riuscire a portare un ritorno degli investimenti nel breve periodo, altrimenti genera un problema di cassa.
L'intelligenza artificiale, oggi tanto di moda, sembra poter permettere di far risparmiare qualche euro in certe professionalità, ma è comunque necessario vigilare e controllare quanto prodotto dai sistemi di scrittura automatici.
I modelli, basandosi su statistica e matematica, sono sorprendentemente efficienti nel redigere testi, ma non sono del tutto affidabili, o meglio, con un livello di affidabilità non sempre sufficiente per lavorare, per sostituire dei professionisti.
La promessa di avere soluzioni a bassissimo costo è allettante, ma i risultati potrebbero essere mediocri o del tutto insoddisfacenti.
Qualche azienda ha iniziato a sostituire persone, consulenti e collaborazioni, andando a tagliare i costi, ma la qualità è calata.
Potrebbe non essere un problema, lo diventa nel momento in cui non ha la capacità di comprendere che "la produzione automatica" è del tutto sbagliata!
Questa intelligenza artificiale sta oggi entrando di prepotenza nelle aziende, costa poco e può sostituire anche la ricerca e sviluppo, pensiamo al supporto clienti o alla programmazione digitale, ma non è perfetta.



Come se non bastasse, c'è un altro dettaglio: finisce con l'uniformare tutti quanti, non solo le nostre aziende, ma quelle di tutto il mondo.
L'eccellenza italiana, in vari ambiti, pone le basi sulla bravura e sulla qualità e non va a braccetto con la standardizzazione.
Sarebbe utile che le aziende italiane, soprattutto le PMI, ragionassero sugli investimenti, visto che le disponibilità sono esigue, e puntassero sull'eccellenza e non sulla standardizzazione, soprattutto se va verso il basso.

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