vi sono grandi sorprese,
con Facebook a guidare
la classifica con il 41,9%,
seguito da Twitter (21%) e
YouTube (14,5%).
Aggiunge Di Fraia: “non
bisogna dimenticare
che le logiche “social”
rappresentano un
cambiamento radicale
dei modelli di fare
comunicazione e dunque,
in un certo senso, di essere
dell’azienda, che assume
implicazioni specifiche e
complesse nel caso dei
fashion brand.
Come il processo di
adozione dei social media
stia procedendo in maniera
piuttosto eterogenea e
non senza elementi di
contraddizione all’interno
del settore è ulteriormente
dimostrato dal tipo di uso
che i grandi brand fanno
di tali mezzi, in molti casi
davvero poco strategico
e distonico rispetto alle
logiche e alle grammatiche
dei diversi canali social”.
L’indice di SocialMediAbility
relativo ai 40 principali
fashion brand nazionali
sintetizza in modo piuttosto
efficace questa realtà:
rispetto ai tre indicatori
(Orientamento 2.0, Gestione
ed Efficacia) valutati su una
scala da 0 a 10, i punteggi
medi ottenuti da tali
aziende sono
rispettivamente
di 3, 2, 2, a
dimostrazione
di una qualche
iniziale volontà
ad affrontare
tali ambienti,
a cui tuttavia
corrispondono
pratiche di
gestione
ancora
piuttosto
embrionali e poco
strategiche, scarsamente
efficaci e poco in grado di
tradursi in risultati di rilievo.
Rispetto a ciò, è da notare
che il 12,5% dei grandi
brand esaminati sta
attualmente utilizzando i
social media in maniera che
possiamo definire “evoluta”.
Il completamento di questa
fase dell’indagine consentirà
di sviluppare dei confronti
tra i diversi settori presi in
esame e di valutare i risultati
del comparto “moda” da una
prospettiva più contestuale e
di scenario.
E’ possibile accedere ai
risultati di questa ricerca
sul settore moda dal profilo
Slideshare del Master.
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