Quali le sfide tecnologiche per
la funzione HR con il Web 2.0
Occorre conciliare codici di condotta e regolamenti interni con
l’adattamento alle evoluzioni sociali degli strumenti normativi
L’evoluzione di internet e
della rete nelle applicazioni
web 2.0 che prevedono una
maggiore interattività tra gli
utenti, comincia a creare
molteplici interrogativi tra i
giuristi, per le implicazioni
che possono derivare dalla
commissione di nuovi reati:
si pensi alla diffamazione
attuata attraverso
osservazioni e commenti sui
blog e i social network, ma
anche alla compromissione
della riservatezza che
deriva dalla violazione
degli accessi e delle
informazioni sui profili
degli utenti. I risvolti penali
dell’evoluzione del web, non
sono i soli che determinano
interrogativi giuridici: si
pensi infatti al tempo
trascorso dai dipendenti
sui social network durante
l’orario di lavoro e alle
implicazioni che possono
derivarne in materia di
gestione del rapporto di
lavoro.
Il problema tocca diversi
ambiti – giuridici e di
organizzazione - perché
da un lato vi sono le
necessità di adattamento
alle evoluzioni sociali
dei tradizionali strumenti
normativi che, in materia di
lavoro, faticano a tenere il
passo con le sollecitazioni
derivanti dal progresso
tecnologico; e dall’altro vi
sono le necessità connesse
con la previsione di codici
di condotta e regolamenti
interni che assicurando
il corretto utilizzo di tali
strumenti, garantiscano la
salvaguardia dell’interesse
del datore di lavoro alla
corretta esecuzione della
prestazione lavorativa.
Questo senza, peraltro,
sottrarre al personale un
importante strumento di
relazione e di creatività.
Si pensi, infatti, a quelle
aziende che hanno fatto
della rete il proprio core
business e al potenziale che
deriva da quei lavoratori,
soprattutto di quella fascia
di età relativamente giovane
- cresciuta come si dice “a
pane e tecnologia” - i quali
quotidianamente, anche per
motivi di lavoro, svolgono
in rete la loro prestazione
lavorativa.
La questione è
complessa perché senza
necessariamente arrivare
al licenziamento del
lavoratore che ha fatto
commenti sulla propria
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