Business Community Magazine - Agosto 2010
hedge fund e prestatori di
garanzie, come i Confidi.
Soprattutto in periodi
come questo, con politiche
creditizie restrittive, l’istituto
dei Confidi è stato di
fondamentale importanza
per le PMI italiane: basti
pensare che oggi i Confidi
forniscono garanzie per 9,5
miliardi su oltre 20 miliardi di
affidamenti.
Secondo una simulazione
di Research & Innovation di
CRIF Decision Solutions, le
nuove revisioni normative
restringerebbero il mercato
dei Confidi di circa un
quinto, colpendo in modo
particolare le piccole
imprese con rating di livello
medio, che rischiano di
essere escluse dai nuovi
parametri: la condivisione
del rischio con le banche
può infatti abbassare il costo
del credito rendendone
più agevole l’accesso. Se
da una parte le imprese
migliori non necessitano
di supporto, dall’altra le
imprese con rating più bassi
risultano troppo onerose per
i Confidi in termini di capitale
da accantonare. In questo
contesto, l’introduzione della
penalità sui garanti finanziari
prevista da Basilea 3
renderebbe necessario per i
Confidi aumentare la propria
dotazione di capitale per
compensare i nuovi rischi.
Se ciò non fosse possibile,
si ridurrebbe la disponibilità
delle garanzie, aumentando
dunque la parte di imprese
considerate troppo
rischiose. Dalla simulazione
di CRIF emerge che
le imprese con credito
“razionato” potrebbero
passare dall’attuale 7% delle
società di capitale a più del
15%, con una riduzione del
mercato potenziale del 20%.
“Soprattutto in questi ultimi
periodi di crisi, l’istituto dei
Confidi ha rappresentato un
utile strumento per facilitare
l’accesso al credito da parte
delle PMI italiane –
spiega Marco Salemi,
Direttore Research
& Innovation di CRIF
Decision Solutions
-. Le evidenze della
simulazione che abbiamo
effettuato, mostrano come
l’innalzamento del requisito
patrimoniale previsto dai
documenti di consultazione
di Basilea 3 nei confronti
di esposizioni verso altre
imprese finanziarie sul
mercato interbancario
andrebbe a penalizzare
anche i Confidi in quanto
prestatori di garanzie,
pur essendo questi enti
mutualistici con finalità
molto diversa dalla
massimizzazione del
profitto.
Le nuove revisioni normative
colpirebbero in modo
particolare le piccole
imprese con rating di livello
medio, che rappresentano il
target naturale dei Confidi,
i quali vedrebbero ridotto il
proprio mercato di circa un
quinto”.
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