Business Community Magazine - Agosto 2010
Perché la crescita economica
europea non è sostenibile
Il vecchio continente dovrà abituarsi a un periodo di
elevata disoccupazione, consumi sotto trend e lenta ripresa
Si è detto molto sul fatto
che l’economia europea
sia uscita dalla peggiore
recessione dalla creazione
dell’Unione Economica
e Monetaria (UEM)
dell’Unione Europea.
In molti hanno spiegato
che l’Europa ha evitato
uno scenario depressivo
grazie agli interventi
precoci di politici e governi.
Anche se ne manca la
consapevolezza
o la percezione,
l’Europa ha ripreso
a crescere e
questa crescita è
stata trainata dalla
spesa pubblica
e dall’accumulo
delle scorte. Ora
che i mercati
obbligazionari
richiedono tagli
fiscali e misure
d’austerità, questo
tipo di crescita non
potrà continuare
ancora a lungo.
Per comprenderne
il perché, bisogna
capire come viene calcolato
il PIL.
“Per chi non abbia
familiarità con il calcolo
del PIL di un’economia –
afferma Anthony Doyle,
Retail Fixed Interest Team
di M&G Investments - vorrei
presentare il metodo della
spesa. Secondo questo
metodo: PIL = spesa per
consumi privati + spesa
per investimenti lordi +
spesa pubblica + saldo
commerciale (esportazioni
meno importazioni).
Il grafico 1 mostra la
crescita in termini reali
dei componenti principali
del PIL europeo dal 2000.
Gli investimenti sono
crollati perché le banche
hanno dovuto far scorta
di capitali per i propri
bilanci. Di conseguenza,
le banche hanno ridotto
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