Nell'analisi dei mercati azionari, spesso ci si focalizza su due questioni principali: se ci sarà un atterraggio morbido per l'economia globale e cosa questo significhi per i tassi d'interesse. Tuttavia, il team QEP (Quantitative Equity Product) ritiene che sia più proficuo concentrarsi sulle opportunità azionarie più interessanti a lungo termine, piuttosto che cercare di prevedere l'andamento dell'economia e seguire una logica di market timing.
Se la Fed mantenesse i tassi fermi più a lungo del previsto, la cautela potrebbe gradualmente sostituire l'entusiasmo iniziale. Questo potrebbe portare a un posizionamento caratterizzato da un'avversione al rischio, favorendo titoli di alta qualità. La domanda chiave, in questo caso, è: quanto durerà il picco dei tassi sui Fed fund?
Le valutazioni sono la migliore guida quando si esplorano i trend di lungo termine. L'S&P500 ha iniziato l'anno a circa 21 volte gli utili futuri, un premio di quasi il 20% maggiore rispetto alla sua mediana di 15 anni. Preferiamo utilizzare il CAPE (Cyclically Adjusted Price Earnings) come metrica per un'analisi a lungo termine.
Gli operatori di mercato tendono a considerare i Magnifici Sette come un gruppo, vista la loro significativa rappresentazione a livello di indici e il fatto che hanno ampiamente dominato le performance azionarie negli ultimi sei anni. Tuttavia, è importante monitorarne da vicino la performance caso per caso, per garantire che gli utili continuino a sostenere il recente slancio.
All'inizio del 2024, il settore tecnologico statunitense rappresentava la parte preponderante dell’indice del mercato statunitense, esattamente come avvenne al culmine della bolla a metà degli anni 2000. Tuttavia, questa volta le cose sono diverse, in particolare il settore presenta fondamentali molto più solidi rispetto a 25 anni fa.
Piuttosto che prevedere l’andamento dei diversi settori, riteniamo ci sia un notevole potenziale per generare valore nell’azionario grazie all’elevata dispersione sul mercato. Tra le opportunità più interessanti rientrano: il ritorno della qualità e i titoli difensivi; l’attrattiva delle small cap; gli investimenti value, con titoli di alta qualità a prezzi ragionevoli; i mercati emergenti, che potrebbero rappresentare un elemento di diversificazione.
Negli ultimi due anni, i mercati azionari si sono dimostrati straordinariamente resilienti rispetto alle tensioni geopolitiche. Tuttavia, rimaniamo cauti in merito all’idea che la risposta ottimista del mercato azionario agli shock geopolitici si possa riproporre, in particolare in un contesto economico potenzialmente meno favorevole.
Dopo un 2022 difficile per gli investitori focalizzati sulla sostenibilità, l’anno scorso è stato meno ostile, grazie alla debolezza dei titoli energetici. In ogni caso, il minore slancio dell’ambito ESG a livello generale si evince dal ritmo più lento dei flussi e dai crescenti oneri normativi. Ci aspettiamo tuttavia che il trend verso le strategie guidate dall’engagement proseguirà, così come lo spostamento dell’attenzione dalla decarbonizzazione a questioni ambientali più ampie, come la biodiversità.