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_Novembre2012

economia

Fiscal cliff: l’incertezza costerà cara

Horrigan (Loomis Sayles): Probabilmente il nuovo congresso USA aumenterà le tasse sul reddito, ma l\'economia può assorbire una politica di forte inasprimento solo per un breve periodo di tempo

Gli USA stanno per affrontare il “fiscal cliff”, termine che ogni giorno diventa più pressante e popolare anche in Europa, per le grandi implicazioni che porta con sé. Fiscal cliff (o scoglio fiscale) significa una combinazione di abolizione degli sgravi fiscali e tagli obbligatori alle spese, decisi sotto la presidenza Bush come stimolo all’economia. Azioni che complessivamente si stima che ammontino a oltre il 4% del PIL USA. Se il Congresso non interviene al più presto, e prima delle elezioni è impensabile, il fiscal cliff emergerà in tutta la sua potenza il 1 gennaio 2013, rischiando di spingere di nuovo l’economia statunitense verso la recessione, anche alla luce del forte tasso di disoccupazione. Cosa accadrà quindi?
La tematica è di estrema attualità e Brian Horrigan, Chief Economist di Loomis Sayles (Gruppo Natixis Global Asset Management), la analizza con lucidità.


Ci sarà una stretta di politica fiscale ma non eccessiva

La scommessa migliore è che gli Stati Uniti non abbatteranno il fiscal cliff nel 2013, anche se ci aspettiamo una stretta significativa della politica fiscale, probabilmente per circa un terzo delle dimensioni del fiscal cliff.

Ci aspettiamo inoltre un aumento del tetto del debito all\'inizio del 2013 come parte di un accordo di natura fiscale. Certamente, secondo la nostra visione, gli Stati Uniti non andranno in default sul debito.
In particolare, ci aspettiamo un taglio delle tasse sui salari di Social Security e la scadenza dell’estensione delle indennità di disoccupazione come programmato. Ci aspettiamo inoltre riduzioni moderate sulle spese federali discrezionali, sia per il comparto difesa sia non difesa, ma non crediamo che sarà attuato un forte abbattimento. Ipotizziamo un rinnovamento della “doc fix” e un\'altra estensione per la AMT (Alternative Minimum Tax) per il 2012 e il 2013, come è da tradizione. Le nuove tasse ACA (Affordable Care Act) saranno attuate come previsto, anche se i repubblicani lavoreranno sodo per abrogarle. Non ci aspettiamo che tutti i tagli fiscali sul reddito di Bush saranno fatti decadere, ma non pensiamo che il Congresso perderà l\'opportunità di aumentare le entrate. Piuttosto, ci aspettiamo che saranno fortemente incrementati i ricavi delle imposte sul reddito, magari abbassando le detrazioni fiscali, piuttosto che aumentando le aliquote.

Per il momento, crediamo che le tasse patrimoniali saranno mantenute così come sono. Alcune disposizioni fiscali in scadenza saranno rinnovate, ma ulteriori quote di spesa extra scadranno come previsto.
Queste misure di austerità fiscale non aggirerebbero il fiscal cliff, ma riteniamo che ridurrebbero la crescita del PIL reale nel 2013 di circa un punto percentuale, rispetto a cosa accadrenne se le politiche attuali venissero mantenute.
Non conosciamo il momento esatto per evitare il fiscal cliff. Cosa accadrà durante la sessione di sei settimane di "lame-duck" (anatra zoppa) del Congresso dopo le elezioni? Dipenderà dal risultato delle consultazioni. C\'è una buona probabilità che ci sia una ripetizione del dicembre 2010, quando il Congresso e il presidente hanno approvato una proroga temporanea di tutti i tagli fiscali per sostenere la ripresa. In alternativa, vi è anche una possibilità che nulla sia fatto fino a gennaio, quando il nuovo Congresso potrebbe convocarsi e rimandare rapidamente il giudizio sulla stretta fiscale, dando così il nuovo governo po\' di respiro per negoziare un migliore pacchetto fiscale.


Il ruolo della FED e il peso dell’incertezza

Crediamo che una delle conseguenze della stretta fiscale sia che la Fed ritardarà qualsiasi inasprimento della politica monetaria fino alla seconda metà del 2014, o più tardi.

L\'economia può assorbire una politica di inasprimento così forte solo per un breve periodo di tempo. Infatti, ci sembra probabile che la Fed continuerà la sua attuale politica di acquisto di titoli del Tesoro a lungo termine.
Un\'altra conseguenza della combinazione di inasprimento fiscale e facilità monetaria nel 2013, è che i rendimenti dei titoli del Tesoro dovrebbero rimanere relativamente bassi. Una contrazione del deficit di bilancio, bassa inflazione e lenta crescita del PIL, tutti elementi da noi previsti, sono comunemente associati con bassi rendimenti obbligazionari. Detto questo, i rendimenti dei titoli saranno influenzati anche dal modo in cui la crisi finanziaria in Europa si evolverà.
Infine, a nostro avviso, l\'incertezza su come il fiscal cliff si risolverà ha avuto, e continuerà ad avere, un impatto depressivo sull\'attività economica nella seconda metà del 2012. Anche se il fiscal cliff sarà scongiurato con una soluzione politica last-minute alla fine di dicembre, sarà troppo tardi, poichè il danno causato dall’incertezza sarà già stato fatto.
Se la stretta fiscale è un freno per l\'economia, allora perché farla? Deve essere attuata per evitare che il debito pubblico degli Stati Uniti si gonfi a livelli insostenibilmente alti, livelli che potrebbero innescare una crisi finanziaria.


In altre parole, per gli Stati Uniti, il prezzo del non correggere lo squilibrio fiscale porterebbe alla prossima versione della Grecia. Ma il governo federale degli Stati Uniti, a differenza della Grecia, è veramente troppo grande per fallire. Il mondo non può permettersi di vedere buoni del Tesoro degli Stati Uniti a livello di junk bond nei decenni a venire. Queste sono precisamente le preoccupazioni delle agenzie di rating.


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