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_Febbraio2013

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Infrastrutture: opere pubbliche e partenariato pubblico-privato in crisi

Dardanello (Unioncamere): Occorre creare micro poli di sviluppo, intorno ai quali costruire la ripresa economica. Crollano le grandi opere in PPP sopra i 50 milioni di euro

L’aggravarsi della crisi nel 2012 e i tagli alla spesa pubblica colpiscono il mercato delle opere pubbliche: gli importi dei lavori messi in gara scendono dai 30,7 miliardi di euro del 2011 ai 24 del 2012, con una flessione del 21,7%. Nel solo mese di dicembre la flessione è stata del 28%. A differenza di quanto accaduto negli scorsi anni, la flessione colpisce tanto le opere pubbliche di sola esecuzione, sino a ieri principali protagoniste della crisi, quanto anche il partenariato pubblico e privato, il settore su cui tanto si punta per rilanciare la spesa infrastrutturale del paese. Anzi, il crollo del partenariato pubblico e privato - in base ai dati dell’Osservatorio Nazionale promosso da unioncamere, Dipe-Utfp e Ance e realizzato da Cresme Europa Servizi - è ancora maggiore: si passa dai 13,3 miliardi di euro di lavori messi in gara nel 2011, agli 8,7 del 2012. Una flessione del 34,7%. E all’origine di questo notevole calo vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in PPP che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%.


Al calo degli importi non corrisponde la flessione della domanda, che al contrario continua a crescere anche nel 2012, spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale. Il problema, però, è che essa fa sempre più fatica a concretizzarsi. Non a caso per le opere in PPP aggiudicate le cose sono andate ancora peggio: si passa da 796 gare aggiudicate nel 2011 a 642 nel 2012 (-19,3%) e da 8,3 miliardi di euro a 3,8 (-54%).
Sviluppare programmi di analisi, assistenza e conoscenza tecnica diventa quindi una variabile strategica in questa difficilissima fase di mercato, per delineare le possibili operatività e le sinergie che possono consentire alla crescente domanda di partenariato pubblico e privato di svolgere un ruolo di volano per il rilancio del Paese.

“Il partenariato pubblico-privato – sostiene il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – vive oggi un problema di concretizzazione delle tante iniziative intraprese. Alcuni strumenti sono stati recentemente individuati, ma occorre sostenere questo processo. Già l’anno scorso il sistema camerale ha sostenuto la necessità di procedere con piccoli ma strategici interventi, selezionati con accuratezza.

Di fronte alla difficoltà di uno sviluppo basato sulle grandi opere è preferibile infatti investire per rendere più fluidi e tecnologicamente avanzati i sistemi infrastrutturali locali, così da creare micro poli di sviluppo, intorno ai quali costruire la ripresa economica”.

“Negli ultimi anni, su questi aspetti, è cresciuto molto l’interesse delle Camere di Commercio per il tema della banda larga e ultra larga”, ha evidenziato il presidente di Uniontrasporti, Antonio Paoletti. “Nella consapevolezza delle grandi opportunità che essa offre, è stato messo a punto un vero e proprio Manuale d’uso che possa supportare le Camere di Commercio e le altre amministrazioni pubbliche nella realizzazione di interventi infrastrutturali in tema di reti a banda larga e ultra larga, finanziando l’intervento in partenariato pubblico privato”.

Sintesi dello studio


Il mercato del PPP in Italia nel 2012
La domanda di Partenariato Pubblico e Privato (PPP), in base ai dati disponibili dell’Osservatorio Nazionale del Partenariato Pubblico Privato ( www.infopieffe.

it ), un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull’intero panorama del PPP, nel 2012, con il persistere della crisi economica e finanziaria, continua a crescere ma crollano le grandi opere e diventa sempre più difficile il percorso realizzativo.
Nel 2012 le gare sono state 3.204 per un volume d’affari di 8.682 milioni. Rispetto al 2011 si rileva una crescita di domanda a cui fa però riscontro un netto calo del valore economico, conseguenza della crisi più generale del Paese, che rende difficile il reperimento di risorse finanziare attraverso il credito anche alle aziende private. Tra il 2011 e il 2012 il numero di gare aumenta del 13,15%, da 2.832 a 3.204 gare, mentre il volume d’affari si riduce del 34,7%, da 13,3 miliardi di euro di importi messi in gara a 8,7. E all’origine di questa notevole flessione vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in PPP che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%. Nell’ultimo anno non solo sono mancate le opere di importo eccezionale, come le due concessioni di lavori pubblici, indette nella seconda metà del 2011, per il potenziamento e la manutenzione straordinaria dell\'autostrada A22 Brennero-Modena (3 miliardi di euro) e per la realizzazione del Corridoio Intermodale Roma–Latina e collegamento Cisterna–Valmontone (2,7 miliardi di euro), ma si è notevolmente ridotto anche il numero di opere di importo superiore a 50 milioni, passato dalle 22 gare annue del biennio 2010-2011 a 14.



La domanda di PPP quindi continua a crescere anche nel 2012, spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale, ma il problema è che fa sempre più fatica a concretizzarsi, non a caso per le opere in PPP aggiudicate le cose sono andate ancora peggio: si passa da 796 gare aggiudicate nel 2011 a 642 nel 2012 (-19,3%) e da 8,3 miliardi di euro a 3,8 (-54%).
Le dinamiche in atto si avvertono anche rispetto al peso del PPP sull’intero mercato delle opere pubbliche, passato dal 16,9% del 2011 al 19,8% in termini di numero di opportunità - la quota più alta registrata da quando è operativo l’Osservatorio, cioè dal 2002 anno in cui rappresentava meno dell’1% delle opportunità - e dal 43,3% al 36,2% per valore economico.
Rispetto alla dimensione delle operazioni di PPP, nel 2012, come in passato, risulta rilevante il numero di operazioni di importo inferiore a 5 milioni di euro ma il maggiore investimento ha riguardato le iniziative di importo superiore.
Le iniziative di importo inferiore a 5 milioni di euro sono state 1.553 per un ammontare complessivo di 974 milioni, quantità che corrispondono a quote, rispettivamente per numero e importo, del 92% e dell’11% del mercato complessivo del PPP se si escludono le iniziative per le quali non si conosce il valore del contratto.



Le iniziative di importo superiore a 5 milioni di euro, invece, sono state appena 127 (solo l’8% della domanda) ma il loro valore economico supera i 7,7 miliardi pari all’89% del mercato complessivo del PPP (nel 2011 erano state 169 per 12,2 milioni di euro pari al 92% del mercato).
Nell’ultimo anno, inoltre, risulta cresciuto in maniera significativa il numero dei bandi senza indicazioni sul valore presunto del contratto. Si tratta di 1.524 bandi (erano 943 nel 2011) in gran parte volti all’affidamento di gare di concessione di servizi (844 bandi) - in particolare per la gestione di impianti sportivi (386 bandi) - o di gare di concessione del diritto di superficie su aree ed edifici pubblici per la realizzazione di impianti fotovoltaici (circa 400 bandi).
In termini di dinamica, le iniziative di importo non segnalato crescono del 62%, quelle di importo inferiore a 5 milioni di euro si riducono del 10% in termini di numero e dell’8% per importo, mentre sono più pesanti i tassi di calo delle iniziative più grandi: -25% il numero; -37% l’importo.
L’analisi del mercato del PPP per gruppi omogenei di committenti continua ad evidenziare il ruolo centrale dei Comuni, con tante opere medie, a fronte di un protagonismo più limitato e concentrato su opere di maggiore dimensione degli altri enti pubblici.


Il dinamismo dei Comuni emerge osservando sia il numero di gare - 2.688 nel 2012 vale a dire l’84% del mercato - concentrate in interventi di dimensione media pari a 1,4 milioni, meno della metà dello standard delle opere di PPP (5,2 milioni), che l’investimento, con quasi 2 miliardi di euro pari al 23% dell’intero mercato del PPP. Rispetto al peso del PPP sull’intero mercato delle opere pubbliche dei Comuni si rilevano quote del 27,2% in termini di numero di opportunità - la quota più alta registrata da quando è operativo l’Osservatorio, cioè dal 2002 anno in cui rappresentava poco più dell’1% delle opportunità - e del 41% per valore economico (era il 60% nel 2011 per effetto della maggiore incidenza delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni).
Riguardo ai territori, le regioni in cui il PPP, in termini di importi, è arrivato a rappresentare oltre il 50% del mercato delle OOPP nel 2012 sono tre: Veneto, Toscana e Campania. Per il Veneto sono state determinanti due concessioni di lavori pubblici del valore complessivo di 2,2 miliardi (il 67% dell’intero ammontare del mercato delle opere pubbliche) per la realizzazione di due tratte autostradali: l\'Autostrada regionale Medio Padana Veneta Nogara (VR) – Mare Adriatico con collegamento ad ovest con la A22 del Brennero; la strada regionale SR 10 Padana Inferiore.


Per la Toscana risulta determinante la concessione di servizi indetta dall’ATO Toscana Centro per la gestione integrata dei rifiuti urbani (1,5 miliardi su 2,4 miliardi relativi all’intero mercato delle opere pubbliche). Per la Campania sono invece determinanti l’insieme delle iniziative di PPP di importo superiore a 5 milioni di euro (1,1 miliardi su 1,2 totali) tra le quali è compresa la concessione di lavori pubblici per il completamento, la manutenzione e la gestione dell\'Autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno (799 milioni).
Il dato diventa ancora più interessante se si guarda all’evoluzione del numero di interventi con regioni quali Marche, Abruzzo e Toscana, dove nell’ultimo anno il PPP è arrivato a rappresentare oltre il 30% degli interventi in gara. Superano la quota media nazionale del 19,8% altre 7 regioni: Veneto; Emilia Romagna; Lombardia; Liguria; Umbria; Basilicata; Lazio.
In relazione ai settori di attività, anche nel 2012 il primato economico assoluto spetta al settore dei trasporti con oltre 3,8 miliardi messi in gara. Buono anche il risultato dell’igiene urbana, con circa 1,7 miliardi in gara (1,5 relativi alla concessione di servizi indetta dall’ATO Toscana Centro per la gestione integrata dei rifiuti urbani), e delle reti acqua, gas ed energia elettrica e termica (941 milioni).



Per quanto riguarda il numero di iniziative si evidenziano gli impianti sportivi, con 797 gare, e le reti acqua, gas ed energia elettrica e termica, con 791 gare. Si tratta di due settori in forte crescita spinti dalla domanda dei Comuni.
Inoltre, aggregando in tre macro famiglie di interventi i 18 settori del PPP individuati, emerge la crescente attenzione per la riqualificazione urbana, intendendo l’insieme di interventi di rigenerazione dello spazio costruito, utile al miglioramento della qualità della vita . Si tratta di un mercato, attivato soprattutto dai Comuni, che rappresenta in media, tra il 2002 e il 2012, quote del 70% della domanda e del 17% del volume d’affari complessivo, ed è l’unico a presentare un bilancio complessivamente positivo nel 2012.
Dal punto di vista degli importi sono più importanti i settori dei servizi di base (trasporti, sanità e scolastico-sociale) e dei servizi essenziali (acqua, energia, illuminazione, servizi cimiteriali, smaltimento rifiuti), ma nell’ultimo anno registrano entrambi un calo degli importi in gara.



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