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Settembre_2013

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Il web è alla ricerca del proprio linguaggio

Montagna (Yahoo!): Internet non copierà più carta stampata e TV, ma anche commercialmente coinvolgerà gli utenti. Non ci sarà molta differenza tra creatori e fruitori di contenuti, l’utente sarà sempre più un editore

Lorenzo Montagna, AD di Yahoo!, traccia uno scenario del mercato di internet piuttosto articolato, segnale di una situazione complessa dovuta alla crisi economica e alla creatività in fermento. “Gli investimenti in termini di pubblicità non sono brillanti, si prospetta un -12% su tutti i mezzi – ha dichiarato Montagna -. Tra l’altro, per la prima volta internet ha una crescita piatta, se non negativa.
La crisi c’è, anche se ha colpito meno il mezzo più giovane, ma c’è da riflettere. Infatti, la domanda è: come le aziende vedono Internet e come questa può compensare la contrazione degli investimenti rispetto ai media classici? Internet diventa un unico mezzo su cui effettuare operazioni di branding, di performance, di search e quindi, a fronte di budget più contenuti, si richiedono soluzioni sempre più efficienti. Per il lato utenza, c’è una leggera flessione del numero di utenti, ma il tempo di permanenza su internet è lo stesso.
Significa che si fanno più attività, si consumano meno pagine perché si guardano, per esempio, più video e gli utenti sono più maturi e sono diventati più selettivi.

Il tempo speso in rete comunque è di almeno 100 ore a settimana per l’utente, quindi davvero molto. E poi ci sono le connessioni da mobile, un traffico che sta crescendo ma che non viene rilevato.
“Mobile e video sono i due fenomeni emergenti – continua Montagna - ma in una realtà come Yahoo! convivono perfettamente, anzi, Yahoo! continua ad essere un portale, con una funzione di scoperta ed è rimasto fedele alla tradizione che parte dal 1995. I numeri sono dalla nostra parte, perché il portale è lo strumento più utilizzato in tante parti del mondo. Yahoo! è sempre più integrato con i social network, in modo che il flusso di comunicazione è sempre più integrato con la nostra home page, come accade negli Stati Uniti.
“Yahoo! è un’azienda storica che ha la fortuna di aver sperimentato ogni forma di promozione commerciale, e questo è un vantaggio. Abbiamo creato prodotti editoriali importanti, oltre alle partnership, di video che possiamo veicolare ai nostri utenti e possiamo sperimentare, come accade con Simona Ventura e la sua webTV. Per i prodotti di advertising, abbiamo il search, che è molto specifico, diverso dal targeting che ha un’espressione visiva e d’impatto, poi le performance, con il real time bidding, ossia proporre pubblicità su altre piattaforme partecipando ad aste online in tempo reale pagando solo a click, e via di seguito.

Tutto si sta complicando: il nostro compito è risolvere i problemi dei nostri clienti. I nostri servizi sono a disposizione del cliente, non abbiamo una cartella prodotto, ma una serie di soluzioni che caliamo sui bisogni specifici dei clienti, che variano spesso anche a seconda della stagionalità più volte durante l’anno.
Il mobile è l’area con maggiori crescite da parte degli utenti, connettendosi con qualsiasi tipo di schermo: noi proponiamo ai clienti di essere presenti sui tre tipi di dispositivi contemporaneamente. Yahoo! sta investendo molto in questo ambito, con acquisizioni importanti. L’advertising funzionerà se è locale e pertinente, per cui il banner continuerà ad avere un suo valore perché resterà efficace, ma ci sarà un altro aspetto interessante, ossia la vendita di servizi per applicazioni mobile e in questo contesto Yahoo! è assolutamente all’avanguardia.
Cosa ci aspetta nel futuro? Il web sarà sempre meno simile ad altri mezzi, i giovani di fatto guidano la rivoluzione, internet non copia nessuno, ma sta avendo una sua identità e i linguaggi, anche per le offerte commerciali, saranno nativi, con un consenso degli utenti.


Tumblr, una recente acquisizione di Yahoo! va nella direzione della personalizzazione e creazione del web, un nuovo modo per creare contenuti. Non ci sarà molta differenza tra creatori e fruitori di contenuti, l’utente sarà sempre più un editore, più o meno social, ma sempre più coinvolto nel dire la propria opinione e portare nuova linfa ai contenuti”.


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