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Settembre_2013

economia

Istituzioni e innovazione sempre piu’ importanti per la competitivita’

Schwab (WEF): Il Global Competitiveness Report 2013-2014 dimostra che Paesi altamente innovativi e con istituzioni forti sono ai primi posti per competitività internazionale

Innovazione e istituzioni forti influiscono sempre più sulla competitività delle economie, secondo The Global Competitiveness Report 2013-2014 di recente pubblicazione.
La classifica del World Economic Forum è stilata in base a un Indice globale di competitività (GCI) costruito con una media ponderata di punteggi in diversi fattori che coprono 12 categorie, tra le quali le istituzioni e le infrastrutture, la salute e l’istruzione superiore, efficienza del mercato di beni e servizi, l’efficienza del mercato del lavoro, lo sviluppo del mercato finanziario, la tecnologia e l’innovazione.
L’indice di competitività globale del rapporto pone la Svizzera in cima alla classifica per il quinto anno consecutivo. Singapore e Finlandia rimangono in seconda e terza posizione rispettivamente. La Germania si cresce di due posizioni (4°) e gli Stati Uniti invertono una tendenza al ribasso di quattro anni, salendo di due posti al quinto. Hong Kong (7°) e Giappone (9°) colmano il divario sulle economie più competitive, mentre scendono Svezia (6°), Paesi Bassi (8°) e Regno Unito (10°).


Gli Stati Uniti continuano ad essere un leader mondiale nel portare prodotti e servizi innovativi sul mercato. L’ascesa nella classifica è grazie a un miglioramento percepito nel mercato finanziario del Paese e a una maggiore fiducia nelle sue istituzioni pubbliche. Tuttavia, persistono gravi preoccupazioni sulla sua stabilità macroeconomica, che vede gli USA al posto 117 su 148 economie.
In Europa gli sforzi per affrontare il debito pubblico ed evitare una rottura dell\'euro hanno attirato l\'attenzione partendo da questioni più profonde di competitività. Economie dell\'Europa meridionale come Spagna (35°), Italia (49°), Portogallo (51°) e in particolare la Grecia (91°), hanno tutte bisogno di continuare ad affrontare le debolezze nel funzionamento e l\'efficienza dei loro mercati, promuovere l\'innovazione e migliorare l\'accesso al finanziamento, al fine di contribuire a colmare il divario di competitività della regione.
Alcune delle più grandi economie di mercato emergenti del mondo devono anche coinvolgere società civile, imprese e governo per attuare le riforme attese da tanto tempo.

Dei cinque'America Latina  Paesi dei BRICS, la Cina (29°) continua a guidare il gruppo, seguita dal Sud Africa (53°), Brasile (56°), India (60°) e Russia (64°). Tra i BRICS, solo la Russia migliora la sua classifica, salendo tre posti, mentre il Brasile scende di ben otto gradini.
Tra le economie asiatiche, l’Indonesia salta al 38° posto, il che la rende il paese più migliorato delle economie del G20 dal 2006, mentre la Corea del Sud (25°) scende da sei posti. Dietro a Singapore, Hong Kong, Giappone e Taiwan (12°) tutti rimangono nella top 20. Le nazioni asiatiche mostrano performance e tendenze molto contrastanti: la Malesia arriva al 24° posto, mentre Paesi come il Nepal (117°), Pakistan (133°) e Timor Est (138°) sono vicino al fondo della classifica . Bhutan (109°), Laos (81°) e Myanmar (139°) entrano nel report per la prima volta.
In Medio Oriente e Nord Africa, Qatar (13° e Top ranking della regione), ed Emirati Arabi Uniti (19°), entrano nella top 20 per la prima volta. Arabia Saudita (20°) scende di due posti, ma rimane tra i primi 20 Paesi. Israele si classifica 27°. L’Egitto (118°) scende di ben 11 posti rispetto allo scorso anno .


Bahrain (43°), Giordania (68°) e Marocco (77ª), sono anch’essi in discesa nella classifica. Sempre nella regione, l\'Algeria arriva fino a 100° posto e la Tunisia rientra nell\'indice all’83°.
Nell’Africa sub-sahariana, Mauritius (45°) sorpassa il Sud Africa (53°), come l\'economia più competitiva dell’area. Con solo otto paesi della regione che fanno parte dei primi 100, sono chiaramente necessari profondi sforzi su tutta la linea per migliorare la competitività dell\'Africa. Tra le economie a basso reddito, il Kenya veede il più grande miglioramento, salendo di dieci posti in posizione (96°). La Nigeria (120°), continua ad essere classificata bassa, evidenziando la necessità di diversificare la sua economia.
Nonostante la robusta crescita economica negli anni precedenti, l\continua a soffrire di bassi tassi di produttività e i risultati mostrano una stagnazione generale delle prestazioni della competitività. Il Cile (34°), continua a guidare la classifica regionale davanti a Panama (40°), Costa Rica (54°) e Messico (55°), Paesi che tutti rimangono relativamente stabili.
"L\'innovazione diventa ancora più critica in termini di capacità di un\'economia di favorire la prosperità futura", ha affermato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum.


"Prevedo che la tradizionale distinzione tra Paesi che sono \'sviluppati\' o \'meno sviluppati\' scomparirà gradualmente, e dovremo invece fare riferimento a loro molto di più in termini di essere Paesi \'ricchi di innovazione\' o ‘poveri di innovazione\'. E \'quindi fondamentale che i leader di imprese, governi e società civile lavorino in collaborazione per creare i sistemi di istruzione e in grado di abilitare gli ambienti che favoriscono l\'innovazione”.
Xavier Sala-i-Martin, professore di economia presso la Columbia University, ha dichiarato che "Il report evidenzia un cambiamento nella narrazione dell\'economia globale rispetto a un anno fa, quando lo “spegnere il fuoco” ancora caratterizzava gran parte della politica economica globale e regionale. Tutto questo ha ora lasciato il posto a una crescente urgenza per i leader di fare ampie riforme strutturali per le loro economie”.


Qui il link per guardare i video commenti  http://www.youtube.com/playlist?list=PL7m903CwFUgm6pejrg6axTbKk4UbGeTSg


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