Donne e tecnologia: e’ tempo di colmare il divario
Di Silverio (Avanade): Credo che ci sia un collegamento diretto tra un’azienda che favorisce la diversity e il suo successo, come rilevato da un recente sondaggio McKinsey
Sebbene il primo programmatore di computer al mondo fosse una donna, Ada Lovelace, rispetto agli uomini esiste ancora oggi un netto divario nell’utilizzo delle tecnologie sia per uso privato che professionale, in favore di questi ultimi. Secondo Forum PA, gli uomini superano di quasi 10 punti percentuali il mondo femminile per quanto riguarda la diffusione di dispositivi mobili, l’uso di Internet e dei personal computer. Il gap dunque, non riguarda esclusivamente la sfera privata ma si riscontra anche tra le donne che lavorano in ambito tecnologico, un campo che non viene facilmente associato all’universo femminile.

Crediamo che ci sia un collegamento diretto tra un’azienda che favorisce la diversity e il suo successo – questa affermazione è supportata da un recente sondaggio McKinsey, dove il 72% degli intervistati risulta concorde (1). In Italia, Paese in cui la disoccupazione giovanile è salita al 38,7% (40% donne), le opportunità fornite dal mondo tecnologico non possono essere ignorate. I dati negativi relativi al livello di occupazione femminile sono correlati al basso numero di iscrizioni da parte delle giovani donne a corsi di laurea in materie scientifiche, in Italia la percentuale si ferma al 20%. Ciò si traduce in rilevanti ricadute negative sul livello di occupazione femminile.
Ancora oggi si ritiene che una carriera nell\'Information Technology sia un tabù per le donne italiane: il primo passo da compiere quindi, è quello di eliminare le barriere esistenti, anche e soprattutto a livello culturale.
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