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Giugno2013

economia

Oltre 24.000 casi di frode creditizia nello scorso anno

Rubini (CRIF): +8,6% i casi rilevati rispetto al 2011, con un’incidenza sul credito erogato in aumento del +17%. La Campania si conferma la regione con la maggiore incidenza di casi

Nel 2012 i sistemi di rilevazione antifrode messi a punto da CRIF hanno consentito di rilevare più di 24.000 frodi creditizie, per perdite economiche che sfiorano complessivamente i 195 milioni di euro. Si conferma rispetto al 2011 un incremento significativo dei casi di frode (+8,6%), mentre il valore economico del fenomeno rimane pressoché stabile.
Difficile dire quanto i casi intercettati rappresentino rispetto al totale degli eventi fraudolenti perpetrati in Italia ma, indubbiamente, il numero si conferma assolutamente sproporzionato rispetto alle rapine a danno di istituti bancari e finanziari, che nel medesimo periodo di osservazione sono state meno di 1.000. In effetti, le frodi creditizie – ovvero quegli atti criminali che si realizzano mediante furto di identità e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene - pesano sempre di più sul credito al consumo. Infatti, nonostante la crisi e il conseguente calo nei volumi sia della domanda di finanziamenti sia del credito erogato alle famiglie italiane, le frodi creditizie non hanno visto arrestare il trend di crescita e la loro incidenza sul numero di finanziamenti erogati ha fatto registrare un ulteriore incremento del 17% rispetto al 2011.


Questi i dati principali emersi dell’ultima edizione dell’Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie, che fotografano un fenomeno purtroppo in costante crescita anche perché il ladro di identità può riuscire a reperire fondi in maniera molto meno rischiosa rispetto, per esempio, alle rapine in banca, che tra l’altro sono in costante diminuzione (-18,5% nei primi 8 mesi del 2012).

Il profilo delle vittime
L’analisi della distribuzione delle frodi per sesso delle vittime evidenzia che poco meno dei due terzi (il 65,4% del totale, per la precisione) sono uomini. Nel corso del 2012 si registra, però, una ulteriore crescita delle donne vittime di frode, con un +4% rispetto al 2011.
Osservando invece la distribuzione delle frodi per classi di età, in linea con quanto era stato rilevato anche nel primo semestre dell’anno la fascia nella quale si rileva il maggior incremento percentuale è quella degli under 30 (+21,2% rispetto al corrispondente periodo 2011), che risulta essere anche la classe di età maggiormente colpita (27,3% del totale dei casi). A seguire, le classi di popolazioni più colpite sono risultate essere quelle di età compresa tra i 31 e i 40 anni (24,6% del totale) e tra i 41 e i 50 anni (23,5%), seppur con una frequenza inferiore rispetto alla precedente rilevazione.


“L’incremento dei furti di identità che colpiscono ignari cittadini sfruttando gli strumenti di credito e i sistemi di pagamento come gli assegni sono effetto della crisi economica oltre che della sempre maggior vulnerabilità dei dati personali, specie sul web – spiega Beatrice Rubini, Direttore della linea MisterCredit di CRIF -. Inoltre, il fatto che il fenomeno colpisca i giovani non sorprende affatto ed è da ricollegarsi proprio all’utilizzo non sempre sufficientemente attento e consapevole dei social network e dei device mobili. Anche questi ultimi strumenti, di uso sempre più comune, possono infatti essere attaccati per sottrarre dati personali, spesso sfruttando la vulnerabilità dei sistemi di sicurezza delle APP, oggi sempre più diffuse”.
Nell’analizzare questo fenomeno che non sembra conoscere crisi bisogna sottolineare l’estrema facilità che i criminali hanno nell’accedere a informazioni personali e riservate altrui, attraverso documenti cartacei o in formato digitale ma anche grazie all’enorme diffusione dei profili scaricabili dai social network. In effetti, è più semplice di quanto si possa pensare carpire le informazioni necessarie per ricostruire il codice fiscale e alcuni dati anagrafici di una persona ignara dei rischi.

Con questi dati, poi, la tecnica utilizzata dai frodatori è quella di produrre documenti falsi, i quali vengono utilizzati per la richiesta di finanziamenti ma anche per altre operazioni truffaldine.

Le tipologie di finanziamento oggetto di frode
Per quanto riguarda le tipologie di finanziamento oggetto di frode, dall’Osservatorio di CRIF emerge che i prestiti finalizzati continuano a fare la parte del leone, con una quota pari a circa l’80% dei casi totali. Questa preponderanza si spiega soprattutto con il fatto che la frode viene spesso portata a termine presso un dealer (tipicamente una concessionaria auto o moto, oppure una catena di distribuzione di prodotti di elettronica) che rispetto agli Istituti di credito hanno minori strumenti di verifica e prevenzione.
Un calo significativo riguarda invece i casi rilevati sulle carte rateali (-27% rispetto al 2011) in parte compensato dall’incremento dell’8% per quanto riguarda i prestiti personali. Si segnala, inoltre, un aumento dei casi di frode sui mutui, tipicamente quelli per ristrutturazione o di liquidità, anche se sul totale rappresentano una quota ancora residuale (1,2%).



I furti di identità crescono anche nell’emissione di cambiali e assegni a nome altrui. A questo riguardo, l’Osservatorio CRIF evidenzia come il fenomeno del furto di identità riguardi in maniera crescente anche strumenti di pagamento come cambiali e assegni, assumendo anche in quest’ambito proporzioni assolutamente non trascurabili sia per numero di casi sia per importi. In particolare, le modalità fraudolenti riguardano l’utilizzo di carnet di assegni rubati o smarriti dal titolare ed emessi falsificando la sua firma e spacciandosi per lui oppure l’apertura di un conto corrente a nome altrui per poi emettere assegni a suo nome. In entrambi i casi qualora l’assegno non possa essere pagato viene protestato e la vittima di furto di identità finisce con il trovarsi invischiata in tutti i problemi che ne conseguono. A questo proposito, analizzando i dati pubblici relativi ai protesti emessi nel corso del 2012, dallo studio di CRIF emerge come i titoli di credito protestati con firme falsificate a seguito di furto di identità siano stati 5.226, in aumento del 4,8% rispetto al 2011, con un importo medio pari a circa 5.000 euro. L’importo totale di assegni e cambiali protestate emessi con falsificazione della firma e furto di identità nel 2012 ha raggiunto la ragguardevole cifra di 25,9 milioni di euro, in aumento dell’8,3% rispetto al 2011.




I beni più frequentemente acquistati attraverso un finanziamento fraudolento
Anche nel 2012 le principali tipologie di prodotti oggetto di frode sono state auto e moto, con quasi 1/3 dei casi totali, e gli articoli di elettronica-informatica-telefonia (ad esempio smartphone e tablet) che si collocano nella fascia di importo più bassa. Mantengono una quota significativa i casi relativi all’acquisto di arredamento ed elettrodomestici mentre prosegue il trend di crescita per l’accesso fraudolento al credito per ottenere servizi alla persona, quali trattamenti estetici e cure mediche.

I tempi di scoperta
I tempi di scoperta sono caratterizzati principalmente da due macrocategorie: circa il 50% dei casi viene scoperto entro l’anno (+12% rispetto al 2011) mentre oltre il 17% viene scoperto solamente dopo 4 anni. In aumento del 28% i casi di frode scoperti dopo 5 anni, che nel 2012 rappresentano quasi il 10% del totale. Rispetto al 2011 si osserva una polarizzazione dei tempi di scoperta: sempre più spesso se la frode non viene alla luce nei primi mesi (ad esempio a fronte delle prime operazioni di sollecito di pagamento nei confronti del consumatore frodato), rimane nell’ombra molto a lungo, rendendo poi molto difficoltoso ricostruire il caso e ripristinare la reputazione creditizia della vittima.


Evidentemente, tanto più si allungano i tempi di scoperta quanto più scarse saranno le possibilità di individuare l’autore del crimine.

L’analisi territoriale
La ripartizione delle frodi per regione di residenza dichiarata al momento della richiesta del finanziamento mostra una maggiore incidenza in Campania (18,3% del totale), Sicilia e Lombardia, seguite da Lazio, Puglia e Piemonte. Complessivamente si tratta delle stesse regioni che anche nel 2011 occupavano i primi posti di questa poco invidiabile classifica. Il maggior incremento rispetto all’anno precedente si registra però in Trentino Alto Adige (+12,6%); crescono in modo consistente anche i casi rilevati in Sardegna (+10,1%) e Toscana (+5,9%), mentre calano vistosamente quelli in Molise (-15,7%) e Basilicata (-20,8%). La Campania oltre alla prima posizione assoluta del ranking fa anche registrare un incremento delle frodi di circa il 2%. Segnatamente alle principali regioni italiane, l’Osservatorio CRIF presenta anche un dettaglio dell’incidenza delle frodi per singola provincia. Da questo approfondimento risulta che la provincia maggiormente colpita si conferma essere quella di Napoli, addirittura con il 12,29% dei casi complessivamente rilevati in Italia, seguita da quelle di Roma, con il 6,81% ma un incremento del +9,8% rispetto al 2011, e Milano (4,88% del totale).


Tra le province con un numero di casi sufficientemente significativo, l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente è stato registrato a La Spezia (+41,3%) e a Piacenza (+40,6%).

“Il nostro presidio su molteplici settori del mercato ci consente di rilevare il continuo variare degli schemi di frode e dei canali attaccati – spiega Maria Luisa Cardini, Senior Business Consultant di CRIF. Tipicamente le frodi creditizie vengono realizzate utilizzando un set di documenti falsi, facilmente reperibile a basso costo in un mercato nero che sfrutta le reti della criminalità e i nuovi canali online, che oltre alla carta d’identità può includere anche la tessera sanitaria, una o più buste paga ed eventualmente un CUD o un Modello Unico. La frode viene pianificata a tavolino e si sviluppa in tempi lunghi per destare meno sospetti, ad esempio aprendo prima un conto corrente e facendo una movimentazione apparentemente normale per alcuni mesi, per poi mettere in atto la frode facendo una richiesta di finanziamento. Un suggerimento che vorrei dare agli istituti di credito è di fare grande attenzione ai propri punti deboli – aggiunge Cardini - tra cui, appunto, l’apertura di conto corrente o la cessione del quinto dello stipendio; si tratta di operazioni su cui spesso gli istituti prestano meno attenzione perché non si sentono direttamente esposti ad un rischio significativo, a differenza di prestiti e mutui.


A pagarne le spese sono le vittime di furto d’identità e, purtroppo, dobbiamo constatare che il fenomeno è in aumento anche a danni di categorie deboli come i pensionati, che si vedono decurtare una quota della pensione fino a quando non scoprono di essere stati vittime di un furto d’identità per una operazione di cessione del quinto, che mediamente frutta oltre 15mila euro e supera abbondantemente l’importo medio della frode su un prestito personale”.



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