Come parlano gli eroi: storytelling e discorsi memorabili - Libro "Come parlano gli eroi"
Braga (per Guerini e Associati): l'arte dell'oratoria, tra cinema, politica e sport, e l'impatto dell'AI
La cultura statunitense, quella che più di tutte ha valorizzato le idee di leadership e di spirito di squadra, dimostra che per motivare un pubblico bisogna saper fondere capacità oratoria e abilità narrativa. Come si costruisce uno speech coinvolgente seguendo le regole dello storytelling? L'autore, Paolo Braga, professore associato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lo spiega prima con il grande cinema di Hollywood, che offre tantissimi esempi di discorsi trascinanti tenuti da personaggi iconici; poi, attraverso l'esperienza degli speechwriter dei presidenti Usa, secondo i quali, quando si scrive un discorso, «la storia» viene prima di tutto (Paolo Braga); infine, guardando all'arte di motivare degli allenatori vincenti, nella realtà e nei film sportivi. Di tutto questo parla il suo recente lavoro, Come parlano gli eroi. I grandi discorsi nel cinema, in politica, nello sport, edito da Guerini e Associati. "Il libro nasce dal fatto che insegno sceneggiatura all'Università Cattolica. Dunque, amo il cinema. E tanti film regalano scene di grande impatto quando il protagonista tiene un discorso ai suoi. Per incoraggiarli, per spingerli a raggiungere un obiettivo difficile, superando le difficoltà (Braveheart, A Beautiful Mind, Scent of a Woman?). Pensandoci, mi sono reso conto che, in effetti, la migliore oratoria oggi si trova probabilmente proprio nei film. Così, come di solito, più in generale, con i miei studenti rifletto su cosa fa funzionare una storia per lo schermo, allo stesso modo ho cominciato a chiedermi come sono scritti i discorsi sullo schermo. Ho provato a spiegarlo nel libro. Mentre ci lavoravo, mi sono anche reso conto di un'altra cosa. Che gli speech memorabili ci vengono soprattutto da Hollywood. Mi sono chiesto come mai. Ne è seguito il riscontro che negli Stati Uniti l'oratoria (il public speaking) è più viva che da noi. Non solo nell'insegnamento scolastico. Anche in politica. C'è una tradizione, una aspettativa per-, e anche una memoria degli speech dei presidenti che noi non abbiamo. Ho provato ad approfondire. E ho trovato tante conferme che, come nel cinema, anche nella politica americana un discorso funziona quando racconta una storia, quando si struttura in forma narrativa. Obama è il caso scuola. Ma valeva anche per Reagan, e per Kennedy. Infine, il libro nasce anche dal fatto che amo lo sport. Dove c'è il mito dello spogliatoio, dell'allenatore che carica la squadra prima della partita. Così, l'ultimo capitolo tratta questa speciale forma di oratoria: come è rappresentata in tanti film (pensiamo a Ogni Maledetta Domenica), ma anche come è nella realtà". (Paolo Braga).

L'evoluzione dell'arte oratoria e l'impatto dei social media
Come è cambiata l'importanza dell'arte oratoria nel corso degli ultimi decenni? Per tutta una serie di motivi (i tempi ristretti, l'influsso del linguaggio televisivo, la necessità di risultare semplici ed espressivi trasversalmente, indirizzandosi a pubblici di diversa provenienza culturale?) è diventata meno centrale la ricercatezza verbale: il bel parlare con un eloquio raffinato e ricercato. Le emozioni non si cercano più a questo livello. Per generarle si fa leva su una dimensione diversa, quella dello storytelling, del racconto. Che impatto ha in questa arte lo sviluppo dei social? I social, mi riferisco in particolare a YouTube, hanno contribuito alla fortuna dei grandi discorsi. Potremmo parlare di una rinascita dell'oratoria proprio, in certi casi, grazie a Internet. Pensiamo al caso dei TED Talk, che non tratto nel mio libro, ma che di certo ne confermano la tesi principale. Molte presentazioni, le migliori direi, sono quelle in cui lo speaker si racconta e usa la propria storia per veicolare contenuti. Inoltre, su un fronte completamente diverso, si potrebbe ricordare che spesso gli allenatori delle squadre di football americano sanno che saranno ripresi mentre parleranno alla squadra, che saranno visti in televisione, e poi resteranno su YouTube. Si preparano bene di conseguenza, perché il loro speech contribuirà al marketing del team, e anche di loro stessi? Discorsi migliori, dunque.
Parola o scritto: la costruzione della reputazione di un manager e l'importanza delle skills
Parola. Ma, prima che pronunciata, scritta. Anzi, riscritta, per portare il testo di uno speech al suo meglio. Steve Jobs docet? Sono pronte le imprese ad investire in queste skills sempre più importanti? Credo di sì. È un trend che viene da lontano. In America i coach di public speaking sono valorizzati da sempre. L'interesse è vivo anche da noi. C'è chi insegna che anche una buona presentazione in Power Point dovrebbe essere innervata da una story, e che chi presenta dovrebbe aprirsi e metterci sempre un po' della sua di storia. L'autenticità è importante, ma bisogna saperla comunicare. Raccontarsi serve a questo.
L'AI e il discorso perfetto: un'analisi critica
L'AI cosa può fare nel bene e nel male, per costruire un discorso perfetto? Le rispondo con una domanda. Quale dei film che le piacciono sono stati scritti con l'intelligenza artificiale? Intendo: l'AI ha creato storie di quel livello? Non mi risulta. Ecco: quale grande discorso è stato scritto con l'intelligenza artificiale?? Nel mio libro riporto le testimonianze dei più importanti speechwriter. Che hanno fatto un egregio lavoro senza AI. Credo che per un po' si continuerà ancora così. In ogni caso, il discorso perfetto è un discorso molto umano, pieno di autoconsapevolezza, e di apertura, che sa commuovere, ma anche alleggerire con un po' di humor, in un confronto onesto con chi ascolta? Insomma, il discorso perfetto vuole coraggio. Non sono sicuro che sia l'AI a potertelo dare.
Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione