BusinessCommunity.it

05/02/2025

idee

Trump e Milei: il futuro dell'economia è a rischio?

Bienvenu (La Financière de l'Échiquier): libero scambio in pericolo

Sotto le sferzate dell'ondata trumpiana e dei suoi alleati, i dogmi di governance economica e politica che sembravano sicuri negli ultimi decenni si stanno velocemente sgretolando. A questi no-global, sostenitori di un "mondo diverso", è stato riservato quest'anno un'accoglienza cordiale al Forum economico mondiale di Davos laddove - vent'anni fa - altri no-global di sinistra tentarono di far sentire la loro voce, senza esservi sempre invitati. E così, il 23 gennaio scorso il presidente argentino Javier Milei ha potuto tuonare contro l'idea stessa di "giustizia sociale" e Donald Trump contro il principio del libero scambio, del mercato autonomo e dell'indipendenza delle banche centrali. Diversi principi liberali vengono rimessi in discussione spianando la strada a una nuova era economica le cui conseguenze vanno ancora chiarite.
Il libero scambio è il primo principio a essere immolato. Se doveva, secondo la teoria classica, favorire la crescita globale attraverso il gioco dei vantaggi comparativi tra Paesi, il libero commercio internazionale non è ormai più un principio intangibile dato che Trump intende ricorrere a dazi punitivi per distorcere la concorrenza internazionale. Paradossalmente, la Cina sta diventando uno degli ultimi difensori del libero commercio internazionale.


Il secondo principio sacrificato: l'autonomia dei mercati. Inveendo contro i prezzi dell'energia che ritiene eccessivi (per il suo elettorato soprattutto), Trump intende usare ogni mezzo a sua disposizione per esercitare pressioni al fine di aumentare l'estrazione di petrolio. Sia sui produttori stranieri, come l'Arabia Saudita che sta incoraggiando a spalancare i rubinetti nonostante gli impegni assunti con l'OPEC e gli interessi del Regno stesso che cerca di affrancarsi dalla dipendenza esclusiva dall'oro nero. Sia sui produttori statunitensi che sono incoraggiati ad aumentare le trivellazioni. Ma la soglia di reddittività per i pozzi nazionali - stimata in 62 dollari al barile[1] in un'indagine Statista - non è più molto distante dai prezzi attuali e rischia di portare le compagnie statunitensi a fare degli investimenti petroliferi meno o addirittura non redditizi. In linea di principio, un mercato autoregolato non si lancerebbe in prospettive così azzardate e l'economia del petrolio dovrebbe dipendere dall'equilibrio soprattutto tra domanda e offerta, più che dalle pressioni politiche, che hanno sempre avuto un certo peso.


L'indipendenza delle banche centrali

Infine, l'indipendenza delle banche centrali, dogma di riferimento alla fine del XX secolo, viene contestata quando Trump rivendica, di fronte a un gotha sbalordito dell'economia mondiale, il diritto di influenzare i tassi di interesse al ribasso: "Con il calo dei prezzi del petrolio chiederò che i tassi di interesse scendano immediatamente", ha dichiarato. La Federal Reserve statunitense è di nuovo sotto pressione, come nel 2018 quando Trump tuonava contro i "nemici del popolo" che stavano alzando i tassi. All'epoca, il presidente Powell resistette e non vi sono dubbi che tenterà di farlo anche questa volta. Ma quanto a lungo potrà durare? Nei prossimi anni Trump sarà in grado di influenzare i regolari rinnovi del Consiglio dei Governatori e lo stesso J. Powell resterà in carica fino al maggio 2026 soltanto, data dopo la quale sarà più facile per Trump esercitare le sue pressioni.

Quali sono le probabili conseguenze di queste messe in discussione? Un prezzo del petrolio più basso, unito a reshoring forzati e a tassi di riferimento eccessivamente bassi rispetto a quanto sarebbe giustificato dalla situazione economica, potrebbe provocare un surriscaldamento dell'economia statunitense. Oltre alla speculazione, con le sue note conseguenze disastrose, questo surriscaldamento potrebbe comportare un aumento dei tassi a lungo termine visti i timori di un ritorno dell'inflazione. Questo irripidimento dei tassi graverebbe in modo significativo sul bilancio dello Stato americano, portando la stabilità finanziaria del Paese su una strada preoccupante. Nel frattempo, però, il piano di Trump dovrà superare la prova della sua attuazione, che sarà tutt'altro che semplice. Le conseguenze potrebbero quindi essere meno violente di quanto si possa immaginare oggi. Il vento di ottimismo seminato da Trump sui mercati potrebbe quindi raccogliere qualcosa di diverso e non una tempesta.


Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l'Échiquier


ARGOMENTI: marketing - retail - ecommerce - intelligenza artificiale - AI - IA - digital transformation - pmi - high yield - bitcoin - bond - startup - pagamenti - formazione - internazionalizzazione - hr - m&a - smartworking - security - immobiliare - obbligazioni - commodity - petrolio - brexit - manifatturiero - sport business - sponsor - lavoro - dipendenti - benefit - innovazione - b-corp - supply chain - export - - punto e a capo -

> Vai al sommario < - > Guarda tutti gli arretrati < - > Leggi le ultime news <

Copyright © 2009-2025 BusinessCommunity.it.
Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Tutti i Diritti Riservati. P.I 10498360154
Politica della Privacy e cookie

BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo


Copertina BusinessCommunity.it