L'evoluzione del vino antico: un viaggio nel tempo attraverso le anfore
Bafaro (Acroneo): archeologia sperimentale per ricreare vini romani
È risaputo che il vino costituiva un alimento importante sulle tavole romane. Una tradizione che si è perpetuata nei secoli per arrivare fino ai tempi nostri. Il merito va ascritto a Gabriele Bafaro, archeologo calabrese, con alle spalle una solida tradizione di famiglia nella vinificazione, oggi prestato alla vite. A lui si deve la produzione dell'archo-vino Acroneo, frutto di uno studio accurato delle fonti letterarie, iconografiche e archeologiche. "Ogni aspetto è curato nei minimi dettagli, per ricostruire il processo di vinificazione antico, si tratta di archeologia sperimentale" ci spiega. Vinificazione che parte dalle uve e dalle piccole anfore, realizzate a mano singolarmente come un piccolo gioiello. "La cura nei dettagli, la scelta delle crete più idonee e preziose le rende uniche per racchiudere dei vini antichi e pregiati. Tutto ciò è garantito da certificato di qualità in pergamena. Le anfore hanno una capacità di mezzo litro e possono essere riempite con i nostri vini Acroneo a scelta del committente e sono prodotte solo su prenotazione" aggiunge. Il design delle anfore usate è unico, non è disponibile in commercio, perché frutto di personali ricerche, che fondono le caratteristiche delle anfore del passato, al fine di creare una forma che dia il massimo risultato, durante le fasi di fermentazione e affinamento del vino. La cantina Acroneo gode del patrocinio della Scuola di Specializzazione Archeologica di Matera (UNIBAS). La Calabria -noto forse non a tutti - è una regione che può vantare un'antichissima e prestigiosa tradizione nella produzione del vino. Anticamente chiamata Enotria (dal nome dell'antico popolo che guidato dal re Enotro giunse dall'Arcadia diciassette generazioni prima della guerra di Troia, come racconta Dionisio di Alicarnasso (I 11, 2-4; 12,1), ha sviluppare la coltivazione della vite e la vinificazione nei secoli. Le vigne si estendono complessivamente su 5 ettari, a una altitudine di mt circa 300 sul livello del mare. La produzione complessiva è di 10mila bottiglie, a seconda delle vendemmie. I prodotti sono acquistabili in cantina (esperienza da vivere!) o presso alcune enoteche selezionate, oltre al canale dell'eCommerce. La struttura è a conduzione familiare, con la madre Katia e il padre Raffaele, esperto da decenni nel campo della vinificazione. Le bottiglie più apprezzate sono l'Acroneo Arkon vinificato e affinato in anfora per sei mesi, l'Acroneo Vino dell'Archeologo e il Vino di Raffaele vinificato e affinato in barriques di rovere francese. Da segnalare, infine, l'AcroneoElektron, vino fuori da ogni schema di categorizzazione moderna, la cui produzione segue un antico procedimento che genera naturalmente riflessi ambrati. "La vera vocazione del vino Acroneo è di essere nato dal mito e consegnato alla modernità grazie alla riscoperta di tecniche ormai remote. Su questa strada intendiamo proseguire, contribuendo alla riscoperta di tradizioni e culture antiche" conclude Gabriele.

Federico Unnia
Aures Strategie e politiche di comunicazione