Outlook 2025: tra sfide geopolitiche e divergenze economiche globali
Spadaro (Frame Asset Management): le prospettive per economia e mercati sono imprevedibili, o no?
Il 2025 si prospetta come un anno di sfide e opportunità per l'economia globale e i mercati finanziari, secondo l'analisi di Livio Spadaro, Senior Portfolio Manager di Frame Asset Management. Lo scenario geopolitico resta un fattore chiave, con situazioni economiche divergenti tra le principali aree geografiche.
Gli Stati Uniti emergono come punto focale, avendo mostrato una notevole resilienza nel 2024 nonostante le previsioni iniziali poco ottimistiche. L'economia americana ha beneficiato di consumi robusti, risultati aziendali superiori alle attese (soprattutto grazie alle Big Tech) e un tasso di disoccupazione contenuto. Tuttavia, per il 2025 si profilano alcune incognite: le aspettative sugli utili aziendali appaiono eccessivamente ottimistiche, con una crescita prevista del 17% che potrebbe rivelarsi irrealistica.
Il mercato azionario statunitense ha raggiunto valutazioni elevate, con il rapporto prezzo/utili (P/E) su livelli paragonabili alla bolla delle dot-com. Questo ottimismo si riflette anche negli spread creditizi, che rimangono storicamente bassi. Tuttavia, alcuni segnali suggeriscono cautela: il declino della produzione manifatturiera, il rallentamento nel settore delle costruzioni e un graduale deterioramento del mercato del lavoro.

La vittoria di Trump alle elezioni ha rafforzato le aspettative positive, ma l'implementazione della sua agenda fiscale potrebbe incontrare ostacoli bipartisan legati alle preoccupazioni sul deficit federale.
In Europa, la situazione economica appare più complessa. L'economia del Vecchio Continente è stagnante, principalmente a causa delle difficoltà della Germania, la cui crescita per il 2025 è prevista allo 0,4%. L'inflazione nell'Eurozona è tornata a salire, trainata dai prezzi energetici, mentre l'inflazione core rimane stabile intorno al 4%.
La BCE si trova di fronte alla sfida di bilanciare una crescita economica stagnante con un'inflazione potenzialmente in aumento. I mercati si aspettano tagli aggressivi dei tassi nel 2025, ma la banca centrale dovrà navigare con cautela tra fattori esogeni e strutturali che potrebbero influenzare l'inflazione.
La Cina rimane un punto interrogativo. Nonostante una retorica più positiva delle autorità, le azioni concrete per risolvere i problemi economici, in particolare nel settore immobiliare, sono state finora limitate. Il paese sta cercando di rivitalizzare i consumi domestici, anche in risposta alle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
A livello globale, si osserva un rallentamento del commercio. Il PMI Manifatturiero globale è in contrazione, mentre il PMI Composito mostra una continua espansione, trainata dal settore dei servizi.
"L'ottimismo è osservabile anche dagli spread creditizi che sono rimasti su livelli storicamente depressi, suggerendo che non vi è una preoccupazione per il rischio creditizio nei prossimi mesi", nota Spadaro, sottolineando la necessità di un approccio cauto nell'interpretare questi segnali di mercato.
In conclusione, il 2025 si preannuncia come un anno di transizione, con potenziali sorprese sia positive che negative. Gli investitori dovranno navigare con attenzione tra le divergenze economiche globali e le incertezze geopolitiche, mantenendo un approccio flessibile e ben diversificato.