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20/11/2024

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Angelo Radici (RadiciGroup): 20 anni di Bilancio di Sostenibilità per la responsabilità e la crescita

L'azienda è presente in tre continenti, ma l'impatto ESG è uno sprone a migliorarsi e raggiungere gli obiettivi

Quando si parla delle nostre aziende ci si dimentica che molto spesso hanno una responsabilità verso il proprio territorio, ma su quella connessione hanno spesso costruito le proprie fortune. Tanto che, ingrandendosi, hanno iniziato a pensare al territorio in senso più allargato. Da qualche anno il Bilancio di Sostenibilità racconta molti aspetti delle aziende, anche quelli più nascosti, come fabbriche all'estero. Abbiamo chiesto ad Angelo Radici, Presidente di RadiciGroup, di spiegarci perché questo genere di bilancio è così importante e perché la sostenibilità è diventata un argomento di discussione importante dentro e fuori le aziende.


Il Bilancio di Sostenibilità di RadiciGroup compie 20 anni: quali sono i principali cambiamenti che avete osservato in questi anni, sia a livello di approccio del Gruppo alla sostenibilità, sia a livello di aspettative degli stakeholder?


Dal primo Bilancio Sociale del 2004, l'evoluzione del Bilancio di Sostenibilità è stata il riflesso dello sviluppo del Gruppo e ha rappresentato il punto di riferimento per sviluppare il suo approccio alla sostenibilità, misurando i risultati ottenuti e le azioni intraprese sul fronte della riduzione dell'impatto ambientale e del rispetto dei valori sociali, nonché le buone pratiche di gestione aziendale. Nel corso degli anni, il Bilancio si è quindi costantemente evoluto e oggi è una vera e propria rendicontazione di sostenibilità che considera tutti gli aspetti ESG (Environment, Social e Governance), mostrando come siano centrali anche nella strategia di business dell'azienda. Nel tempo, sono entrati nel reporting molti nuovi temi, come la sostenibilità di prodotto, la tracciabilità, i diritti umani, il rapporto con la value chain. È inoltre migliorata l'accuratezza dei dati e si è allargato il perimetro fino a comprendere tutte le società del Gruppo: oltre 30 siti dislocati tra Asia, Americhe ed Europa. In questi 20 anni abbiamo anche notato una sempre maggiore attenzione da parte dei nostri stakeholder alle iniziative e ai risultati ottenuti dal Gruppo in termini di sostenibilità ed è anche cresciuto il riconoscimento del valore aggiunto della nostra rendicontazione non finanziaria, contribuendo ad alimentare la reputazione di RadiciGroup presso i nostri partner.



Avete investito di 278 milioni di euro per la competitività del Gruppo nel quinquennio 2019-2023, in che modo questi investimenti si integrano con la strategia di sostenibilità e di redditività, inoltre, quali risultati concreti hanno permesso di raggiungere?

Il piano quinquennale di investimenti (che ha visto investimenti per 45 milioni di ? nel solo 2023) ci ha permesso di mantenere buoni risultati in materia di sostenibilità, anche all'interno di un contesto macro-economico globale non facile e caratterizzato da molti elementi di incertezza. Ad esempio, il Gruppo ha ridotto di oltre l'80% le emissioni dirette di CO2 equivalenti rispetto al 2011, ha portato la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili utilizzata per i processi produttivi al 59% del totale e ha innalzato al 79% la percentuale di risorse idriche risparmiate grazie alla pratica di riciclo dell'acqua: alcuni nostri impianti infatti riutilizzano infatti la medesima acqua fino a 60 volte e poi la riconsegnano all'ambiente.




RadiciGroup ha raggiunto con anticipo l'obiettivo 2030 di ridurre le emissioni di CO2 dell'83%: quali sono i prossimi obiettivi di riduzione delle emissioni per il Gruppo?


Nel 2023 abbiamo raggiunto una diminuzione dell'83% delle emissioni rispetto al 2011: questo grazie anche al piano di investimenti pluriennale di oltre 12 milioni di euro dell'area Specialty Chemicals e all'introduzione dell'impianto EnviNOx nello stabilimento di Radici Chimica in Germania. Confermando il ruolo della sostenibilità come centrale nel percorso di sviluppo del Gruppo, continueremo anche nel futuro il nostro impegno per la riduzione delle emissioni dirette di CO2 (scope 1 e scope 2). Inoltre siamo partiti in alcune società del Gruppo con programmi volti a ridurre le emissioni di gas serra di scope 3. Siamo convinti che l'impegno per un'azione coordinata sulle questioni climatiche sia un tema di tutta la catena del valore, cooperare è fondamentale per raggiungere obiettivi condivisi di riduzione delle emissioni di gas serra. Infine, ci piacerebbe aumentare ulteriormente la nostra percentuale di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica.





L'attenzione all'economia circolare è un tema centrale nel Bilancio. Oltre al brand RENYCLE, quali altre iniziative state implementando per ridurre gli sprechi e promuovere il riutilizzo e il riciclo dei materiali?


Il recupero degli scarti pre e post consumer è una pratica consolidata da oltre 40 anni e oggi incoraggiata anche da crescenti richieste di mercato e dalle politiche europee. Inoltre, tutte le aziende del Gruppo operano per contenere la generazione di scarti e rifiuti attraverso una gestione rigorosa dei processi: nel 2023 è stato recuperato il 73% dei rifiuti non pericolosi e, di questi, il 56% è stato destinato al recupero interno. In questo senso, un apporto significativo arriva da Radici EcoMaterials, la società di RadiciGroup che si occupa di tutte le fasi preliminari di recupero, selezione, lavorazione e pre-trattamento anche dei materiali che saranno alla base di filati e tecnopolimeri cosiddetti da riciclo. L'attività di Radici EcoMaterials permette di attuare una vera e propria attività di economia circolare, raccogliendo tutti gli scarti del Gruppo e anche quelli reperiti in aziende esterne per scegliere la destinazione più appropriata per il loro riciclo. Oltre ai prodotti da riciclo, stiamo facendo attività di ricerca e innovazione sui prodotti bio-based, provenienti cioè da fonti rinnovabili e non in conflitto con la catena alimentare. Nella gamma prodotti, abbiamo già diversi polimeri, tecnopolimeri e filati totalmente o parzialmente da fonte bio; l'obiettivo è aumentare l'offerta anche ricercando nuove fonti.




Il nuovo stabilimento di Suzhou in Cina è stato progettato secondo i più alti standard di sostenibilità ambientale, ma anche sociale. Come avete sviluppato il progetto e come si inserisce nella strategia globale di sostenibilità del Gruppo?


Il nuovo sito industriale di RadiciGroup a Suzhou, che ha visto un investimento di 35 milioni di ?, è stato progettato con l'obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva di tecnopolimeri e rafforzare così in maniera significativa nel mercato asiatico la presenza del Gruppo quale player di riferimento in numerosi settori: dall'automotive all'elettrico/elettronico, dai beni di consumo a quelli industriali. Si sviluppa su uno spazio complessivo di 36mila metri quadrati di cui circa la metà dedicati alla produzione e alla ricerca e sviluppo. È un progetto all'avanguardia che racchiude in sé il meglio delle tecnologie green attualmente disponibili nel mondo delle costruzioni, tanto da essere certificato LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design): si tratta di uno standard internazionale per lo sviluppo di edifici verdi ad alte prestazioni che prende in considerazione vari parametri, come i vantaggi per l'ambiente e la salute umana, il risparmio delle risorse d'acqua, l'efficienza energetica, la scelta di materiali e soluzioni costruttive a basso impatto ambientale. In particolare, nel sito di Suzhou sono stati installati un sistema di monitoraggio in continuo dell'edificio per garantirne l'efficientamento energetico, pannelli fotovoltaici a copertura del tetto per l'uso di energia rinnovabile ed è anche dotato di un sistema di recupero dell'acqua piovana per le esigenze del sito. Lo stabilimento ha ottenuto anche la certificazione GBL-2 Star, standard cinese per la sostenibilità degli edifici, a testimonianza di quanto anche la Cina sia attenta alle soluzioni del costruire verde. L'intero progetto è stato pensato come una precisa scelta in linea con la strategia di sostenibilità di RadiciGroup volta a coniugare lo sviluppo industriale ed economico con un uso attento delle risorse e con un'attenzione particolare, e sempre crescente, al benessere delle persone. La palazzina uffici, ad esempio, è dotata di una sala lettura, ci sono spazi per l'aggregazione e la socialità sia all'interno che all'esterno ed è stato realizzato addirittura un giardino pensile con piante locali.




Tra le tante cose, avete condotto un'indagine interna sui diritti umani: quali sono le principali evidenze emerse da questa indagine e come intende RadiciGroup integrare i principi di diversity e inclusion nella propria strategia aziendale?


Nei mesi scorsi è stato avviato il progetto "La persona e il lavoro: i Diritti Umani": si tratta di un percorso che - partendo dai principi contenuti nel documento guida di tutto l'agire in RadiciGroup, ovvero il Codice Etico - punta a lavorare in maniera seria, continuativa e sempre più aperta agli stakeholder sui temi legati alla persona e ai diritti umani. È stata portata avanti dal team Human Resources & Sustainability una prima valutazione di queste tematiche, effettuata con la collaborazione di un campione rappresentativo della popolazione aziendale: oltre cento white collars, suddivisi tra i Paesi in cui il Gruppo è presente, di diverso sesso ed età, sono stati interpellati per meglio definire lo stato dell'arte e individuare così gli step da intraprendere nel breve termine. Il tema dei diritti umani, infatti, va assumendo sempre maggiore rilevanza all'interno delle politiche di sostenibilità delle aziende e RadiciGroup, dopo questo primo lavoro, ha in programma di intraprendere un primo percorso di inclusione su un numero maggiore di collaboratori e collaboratrici. La volontà è quella di definire una vera e propria politica corporate sui diritti umani, basata sulle parole chiave e le buone pratiche espresse dalle persone coinvolte nella prima fase e da quelle che prenderanno gradualmente parte alle successive attività. Un lavoro a più mani, di inclusione e scambio continuo, per costruire un documento condiviso e calato in tutte le realtà del Gruppo. Un commitment dichiarato anche nel piano di sostenibilità "From Earth to Earth" che definisce gli obiettivi ambientali, sociali e di governance al 2030 e oltre, includendo gli attori principali della value chain.




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